Dorina Vaccaroni alla Rand Dolomiti Quasi 500 km attraverso le montagne

MESTRE. Dopo aver conseguito negli ultimi mesi i brevetti sulle distanze dei 200, 300, 400 e 600 chilometri, in questo fine settimana, Dorina Vaccaroni si appresta a disputare la sua prima gara di ultracycling. Per l’olimpionica del fioretto, la bicicletta è diventata la seconda passione, con decine di successi e piazzamenti conseguiti nelle gran fondo disputate nel corso degli ultimi anni. Il passo successivo sono queste gare che permettono di mettersi ancor più alla prova in scenari fantastici. Una sfida contro se stessi, il cronometro e gli avversari.
«Correrò la Rand Dolomiti», conferma la campionessa veneziana, «e si dovranno affrontare 460 chilometri con 16 mila metri di dislivello complessivo attraverso le nostre montagne più belle. Avremo 40 ore a disposizione, e non vedo l’ora di mettermi in corsa». Il passo successivo, a distanza di due settimane, sarà la Parigi-Brest-Parigi. Una prova sulla distanza dei 1.200 chilometri da completare entro 60 ore, e nella quale Dorina Vaccaroni è stata chiamata anche a fare da portabandiera azzurra.
«Un grande piacere e, naturalmente, ho accettato subito perché è sempre un grande onore fare qualcosa per l’Italia», aggiunge, «sono di fronte a un nuovo genere di gare, ma la sensazione è molto buona. Mi sto preparando da mesi per questi appuntamenti e ho tutta l’intenzione di togliermi qualche bella soddisfazione. A settembre tornerò a Los Angeles, perché ormai il mio futuro è negli Stati Uniti e per giugno 2016 ho come obiettivo la disputa della Raam, la traversata in bicicletta del Paese, la gara più bella e affascinante del mondo in questo ambito". Intanto, però, l’atleta veneziana si è tolta un’altra grande soddisfazione, ma stavolta nel campo della scherma, quello che l’ha vista protagonista per due decenni e a livelli assoluti tra Olimpiadi, Mondiali, Europei e Coppa del Mondo di fioretto. A Los Angeles, dove insegna nell’Accademia del grande Sergei Golubitsky, ha condotto ai primi podi i ragazzi della categoria Under 17, che sta seguendo da alcuni mesi. Sono arrivati un argento, un bronzo, un quarto e due sesti posti ai campionati nazionali statunitensi, e la scherma insegnata a suo tempo dal Maestro Livio Di Rosa continua a essere tramandata. «È la scherma che conosco e che è stata la mia vita», conclude l’oro di Los Angeles, «questa esperienza negli Stati Uniti rappresenta il mio presente, ma anche il futuro, e i risultati stanno già cominciando a vedere. Non sarà un problema portare avanti sia la scherma che le prove in bici».
Simone Bianchi
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