Di Maggio lascia il San Donà

Mauro Di Maggio non è più un giocatore della Lafert San Donà. Il capitano della storica promozione in Eccellenza, massimo in grado dal 2010 al 2014 giunto con quella attuale alla settima stagione consecutiva in biancoceleste, ha incontrato ieri la dirigenza della società comunicando l'intenzione di voler staccare la spina almeno fino alla fine dell'anno. «Oggi è un giorno difficile per me» ha dichiarato l'avanti vercellese «sono legato a questo Club con tutto me stesso, ma quando le motivazioni non sono più al 100%, come richiede un gruppo ambizioso come quello di quest'anno, per rispetto di tutto l'ambiente credo sia meglio farsi da parte».
Titolare quasi inamovibile fino all'inizio del torneo 2013-2014, nella passata stagione Di Maggio comincia ad entrare nei meccanismi del turn-over, spesso dovendosi adattare in seconda linea, lui che è un flanker naturale. Poi quest'anno una specie di tunnel scuro, con il campo visto per poco più di 50’ in tutto il girone di andata. «Sicuramente il fatto di giocare poco ha influito sulla decisione, ma non è il solo motivo. L'anno scorso ero arrivato alla fine con le batterie già scariche, ma quando ti senti importante per il team, la fatica mentale passa in secondo piano. Così non è stato quest'anno, e lo dico senza nessun accenno polemico nei confronti dello staff tecnico».
La reazione negli allenamenti, per recuperare posizioni nella classifica delle preferenze, questa volta non è scattata: «È vero, e fare così tanta fatica capendo che di testa e di gamba proprio non ci sei, è davvero frustrante» chiude l'ex-capitano, «ora mi potrò concentrare sugli studi in giurisprudenza, poi a fine stagione cercherò di capire cosa fare del mio futuro sportivo. Nel frattempo non andrò a giocare per altre squadre, anche se contatti ce ne sono stati». Comprensione, ma anche rammarico, anche nelle parole del presidente Alberto Marusso: «Mauro l'ho portato io a San Donà, scovandolo a Vercelli e capendo subito che si trattava di un giocatore importante. Il suo è stato un discorso molto chiaro ed altrettanto onesto, cui la società non poteva che rispondere in maniera positiva». Su tutte, l'immagine del capitano che solleva il trofeo di Campioni di Serie A al "Chersoni" di Prato nel 2012. «Di Maggio resterà per sempre nella storia del Club come il condottiero di quella memorabile impresa».
Gianluca Galzerano
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