Dalle giovanili al sogno Pro Rivola: «E’ l’anno buono»
MESTRE
Le persone passano, la società rimane. A volte, alcune persone sopravvivono a qualsiasi tempesta. Nel Venezia è il caso di Roberto Pinton o del dottor Beggio, ma anche di Edoardo Rivola, team manager della prima squadra, ma da 10 anni all’interno del club arancioneroverde. Uno dei pochi ad essere sopravvissuto a fallimenti, cambi di proprietà e assetti societari, conquistandosi la fiducia di chi si è avvicendato al timone. Personaggio che viaggia a fari spenti, ma punto di riferimento di allenatori (Serena, Favaretto, Cunico, adesso Sassarini in prima squadra) e, soprattutto, di giocatori. Classe 1964, Rivola è un bergamasco trapiantato a Mestre da molti anni, seguendo il cuore e le aperture delle filiali del Credito Bergamasco (Trieste, San Donà di Piave, Vicenza, Treviso, adesso Padova dove è direttore). Un passato da amministratore (assessore allo Sport a Costa di Mezzate, 12 chilometri dal capoluogo), ex giocatore («Centravanti prima, poi ho arretrato, ma ho smesso presto») e collaboratore con le giovanili dell’Atalanta («Ho visto tanti ragazzi poi saliti in serie A, lì ho conosciuto anche Claudio Foscarini»).
«Quando ero a Trieste, ho iniziato a seguire alcuni tornei per l’Atalanta – ricorda Edoardo Rivola – poi il grande Favini, numero uno delsettore giovanile dell’Atalanta, mi ha segnalato a Giorgio Molon e Andrea Seno, mi sono ritrovato a collaborare con il settore giovanile del Venezia, e la prima squadra era allenata da Prandelli, altro tecnico di scuola Atalanta».
Una spinta unica. «La passione per lo sport mi guida ogni giorno. Ho iniziato con la classe 1985, quella di Bovo e Di Prisco. Sono stato tre anni con Carlo Sabatini, poi Favaretto, Perini, Serena. Il ricordo più bello? Le finali nazionali con gli Allievi di Serena, eliminando la Juve a Torino».
Arrivato a Mestre per motivi familiari, Rivola ha due figli, Alessandro (che gioca a pallanuoto nella Mestrina) e Giorgia. Ne ha visti passare tanti di giovani al Venezia. «E mantengo contatti con quasi tutti, a Natale mi sono sentito con Sirigu. Non era titolare nelle giovanili, è arrivato al Paris Sant Germain. Impegnato nel volontariato, ha avuto un ruolo importante durante la visita di Benedetto XVI a Venezia e Mestre. «Aiutare e sostenere le persone dovrebbe essere naturale in tutti».
Dopo anni di sofferenze il Venezia sta risalendo la china. «E’ l’anno giusto, la squadra c’è, facendo un passo alla volta, torneremo tra i professionisti, ricordando sempre che senza Enrico Rigoni non saremo qua».
Michele Contessa
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