Con Giulia Sartori il fischio è rosa sotto il canestro

MESTRE. Un palcoscenico d’eccezione, l’Opening Day del campionato femminile, per l’esordio in A/1. Sorride Giulia Sartori, primo fischietto veneziano nel massimo torneo di basket, che sabato ha diretto Parma-Cus Cagliari. «Bellissima esperienza, un po’ di emozione, passerella suggestiva, e anche la fortuna di dirigere la partita più equilibrata». Mestrina, 25 anni da compiere il 31 ottobre, Giulia Sartori da febbraio si è trasferita ad Arsiè, vicino a Feltre, dove lavora sfruttando la laurea in Consulenza del Lavoro ottenuta alla facoltà di Giurisprudenza di Padova. Una carriera di giocatrice nella Reyer alle spalle, un infortunio al ginocchio che ha rappresentato una sorta di spartiacque verso la nuova carriera di arbitro, iniziata nel 2006 in Promozione, passata attraverso le serie regionali, fino al salto lo scorso anno in Divisione Nazionale C. Accanto a lei, all’esordio, Daniele Maniero, mestrino anche lui. All’Opening Day è partita anche la sperimentazione dei tre arbitri in A/1 femminile e la terna dei mestrini Sartori-Maniero è stata completata dal vicentino Pilati. «È diverso rispetto a quando si dirige in due, ma è anche più semplice, il raggio d’azione è più circoscritto con il campo diviso in tre parti. L’unico problema è che dovremo abituarci ai cambi passando dalla A/1 femminile alla DNC in una settimana, dove si dirige ancora in due». Esordio e passerella alla festa al Pala Congressi di Cagliari. «L’Opening Day è una bella iniziativa. Ho rivisto vecchie compagne alla Reyer o al Basket Treviso, come Giorgia Sottana o Martina Fassina. Quest’anno, su sollecitazione di un progetto della Fiba, è partito l’esperimento dei tre arbitri in A/1 femminile e uno sarà sempre una ragazza. Siamo in nove, la rotazione è possibile ogni settimana». Abitando ad Arsiè, quindi potrebbe anche arbitrare un giorno la Reyer. «In realtà non esistono più vincoli legati alla territorialità. Sì, potrebbe capitare, magari al Taliercio, quasi dietro casa. C’è stato un periodo in cui giocavo e arbitravo nello stesso tempo, l’infortunio al ginocchio ha in un certo senso agevolato la scelta». Maschi e femmine, duo mondi diversi, che comportano anche una visuale diversa da parte degli arbitri. «Nei campionati maschili c’è maggiore fisicità, più rapidità, ma anche in A/1 ci sono squadre che difendono come i maschi, vedi Lucca. La pallacanestro è sempre stata la mia passione, passando dal pallone al fischietto sono riuscita a rimanere nell’ambiente che maggiormente mi piace».
Michele Contessa
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