Civic con la coda, ecco la Tourer

C’è spazio in un mercato depresso come il nostro per un’altra station wagon? Alla Honda pensano di sì, per almeno un paio di buone ragioni. La prima: se è vero che in Europa le familiari di grandi dimensioni non tirano più come una volta, quelle più compatte mantengono comunque un loro “pubblico” di riferimento. La seconda: l’esperienza della marca giapponese nello sviluppo di wagon è in grado di fare la differenza.
In effetti, la versione allungata della compatta a cinque porte può dire la sua su diversi fronti. A cominciare dal fatto che, contrariamente a quanto si possa pensare, il progetto è stato ideato e sviluppato in Europa, avendo ben presenti gusti ed esigenze degli automobilisti di casa nostra. Che in genere, ad esempio, non prescindono da un design distintivo: quello della nuova Civic Tourer lo è, senza mezzi termini. Prendere o lasciare dunque, anche perché le linee sono frutto di un attento lavoro dei tecnici sull’aerodinamica che tra l'altro ha portato in dote uno spoiler posteriore e altri laterali, in grado di ridurre l’impatto con l’aria e di conseguenza l’attrito. Ma anche dettagli, come una forma particolarmente efficace dei fari posteriori.
L’efficienza aerodinamica fa nondimeno da base al comportamento su strada di questa Tourer, che nonostante la sua natura di auto per la famiglia è piacevole e grintoso. È il pacchetto motori-tenuta, in particolare, a convincere: il nuovo 1.6 a gasolio è vivace e spinge fin dai bassi regimi, mentre il sistema di controllo attivo delle sospensioni posteriori (un’anteprima assoluta) permette di affrontare qualsiasi andatura con il settaggio adeguato. In particolare, sono tre le modalità che l’apposito elettore consente di azionare: comfort, normal e dynamic. Appellativi che non necessitano di spiegazioni particolari, se non quella che l’auto è in grado di mutare il proprio comportamento a seconda della tipologia di percorso stradale che si sta affrontando.
La caratteristica principale di una wagon, tuttavia, dev’essere lo spazio. Ce n’è tanto, e ben modulabile, dentro l’abitacolo. La “coda” disegnata a quattro mani da ingegneri e designer regala un bagagliaio da 624 litri (che diventano 1.668 abbattendo i sedili), in grado di ospitare due valigie grandi e due di medie dimensioni. Più due trolley (da cabina d’aereo) sistemati in un apposito vano ricavato sotto il pianale. La soglia di carico è stata poi abbassata, per una maggiore comodità nell’accesso. Ma il passo avanti più deciso è quello in direzione della versatilità: si chiamano “magic seats” i sedili posteriori, e il nome è tutto un programma. Perché permettono diverse configurazioni (modificando anche le sedute, e qui sta la novità), utili quando ad esempio si devono caricare oggetti alti e stretti. Una vera familiare insomma, che tuttavia non rinuncia al dinamismo. In perfetto stile Honda.
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