Cipressa: «La scherma è più sicura va avanti grazie a materiali e distanze»

MESTRE
La scherma azzurra continua a sperare di risalire in pedana per le gare nazionali e di Coppa del Mondo, con l’obiettivo olimpico di Tokyo la prossima estate. Le squadre assolute si allenano a Tirrenia, nel centro federale, così da ricreare una sorta di “bolla” anti Covid. Il commissario tecnico del fioretto, il veneziano Andrea Cipressa, sta svolgendo un grande lavoro con il proprio staff, per tenere alta la concentrazione tra tutte le incertezze del periodo.
«Siamo sempre combattuti dalle notizie che arrivano», racconta Cipressa, «delle Olimpiadi non si sa nulla. Sabato si diceva che si faranno, magari domani cambiano idea. Trasmettiamo agli atleti un messaggio sempre positivo, anche se la vedo dura che si inizi a gennaio con le gare. Ai collegiali stiamo molto attenti tra tamponi e test sierologici, con il supporto di una società specializzata, mentre i ragazzi e le ragazze sono tutti in camera propria, si fanno allenamenti all’aperta, pranzano da soli e tutto è organizzato per rispettare le normative. A Tirrenia ci siamo solo noi. Si crea un po’ la bolla, e comunque i tamponi li fanno tutti, anche lo staff al completo».
Dura, ma almeno la scherma può andare avanti. «Non è vita comunque questa», prosegue il Ct veneziano del fioretto, «Una situazione difficile e stressante. Lo dico ai ragazzi sempre: sono bravi, perché in questa situazione fai fatica e anche a trovare stimoli. Ma sono pagati da gruppi sportivi e Coni, quindi l’impegno non deve mancare. C’è un grande lavoro psicologico dietro, poi ovvio, a volte ti senti avvilito. E gli atleti percepiscono le nostre sensazioni, come staff, quindi dobbiamo essere i primi a dare il segnale positivo a tutti. Giusto che la scherma vada avanti, ma stante l’attrezzatura e le distanze, siamo più sicuri di molti altri e non siamo tra gli sport di contatto. Negli altri Paesi che succede? In Russia e Giappone fanno gare nazionali, e i miei atleti hanno paura di restare indietro. Però l’Italia ha un vantaggio: un alto numero di fiorettisti di tale livello, che un allenamento impostato come gara, è di livello internazionale. Ci sono però tanti atleti con grandi obiettivi, e spero possano raggiungerli». —
S. B.
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia