«Ciao gondola mia, ora vado ai Caraibi in barca a vela»

di Laura Bergamin
VENEZIA
Tra un paio di giorni Tommaso Luppi lasciala sua gondola e Venezia, e torna a Las Palmas, da dove il 18 novembre salperà con la sua Baimaiself per compiere in solitario, senza scalo e senza assistenza, la traversata dell'Oceano Atlantico fino alle isole dei Caraibi. Sul sito suo sito www.baimaiself.com riassume la sua avventura. «Da Venezia al mar dei Caraibi. Un gondoliere, la sua barca, la rotta di Cristoforo Colombo in solitario. Un viaggio che ripercorre rotte mitiche, sognate da migliaia di naviganti».
Come mai un gondoliere, abituato a navigare in laguna, decide di intraprendere una traversata in solitaria?
«Il collegamento è il mare. Prima di fare il gondoliere, ho navigato per due anni e mezzo su navi mercantili. La barca a vela era l’unico modo per continuare a navigare. Non sei nuovo a navigazioni solitarie, anche se non di questa entità».
Cosa si prova a trascorrere tante ore da soli in mezzo al mare? «Il mare per me è la libertà assoluta, navighi in un’altra dimensione. Vedi cose fantastiche, come l’anno scorso, quando il secondo giorno di navigazione ho trovato in coperta un pesce volante: che emozione, proprio come nei libri dei grandi navigatori. Il giorno del mio compleanno sono venuti a salutarmi i delfini con tanto di cuccioli a seguito, quando ero a 200 miglia da Gran Canaria».
L’impresa che sta per compiere ricorda quelle che andavano di moda negli anni ’70… «E’ vero, mi sono attrezzato da solo la barca e non utilizzerò strumenti moderni, tecnologici, se non in caso di emergenza o di avaria. Mi servirò invece del sestante e del timone a vento. Il telefono satellitare lo userò soltanto per comunicare con mia moglie e per trasmettere il diario di bordo che tutti potranno leggere sulla mia pagina facebook. Ogni giorno a mezzogiorno darò un segnale della mia posizione, attraverso un sistema spot».
Cosa ne pensa la moglie di questa avventura? «Sa che ho conosciuto la vela prima di lei, quando può con le bambine mi raggiunge. A dicembre mi raggiungeranno e insieme gireremo le isole dei Caraibi».
Dal Mediterraneo alla sfida con l’oceano. Sarà più impegnativo? «Il Mediterraneo è tremendo perché il tempo cambia spesso e arriva da molte direzioni, inoltre è molto trafficato. L’oceano è più facile da navigare, è più dispersivo e inoltre il tempo arriva sempre dalla stessa direzione».
Quando si naviga da soli e per tanti giorni non capita di avere paura? «Mi fanno paura le balene, i container e le navi. Non mi preoccupa invece il brutto tempo».
Allora buon vento, “pope”!
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia