Cecchinato alla scoperta delle monete dei Vandali

Ex flanker del Mirano, ora conquistato dalla passione per la numismatica «Il collezionismo non mi interessa, con il mio gruppo faccio studi e ricerche»
Di Maurizio Toso

MIRANO. Già l'idea di occuparsi delle monete dei Vandali, popolazione germanica il cui nome è diventato sinonimo di devastazione, richiede una buona dose di originalità. Se poi si scopre che a gettarsi, da studioso, in questa mischia è Maurizio Cecchinato, uno dei giocatori simbolo del Mirano rugby, primo bianconero ad approdare a una Nazionale, si resta ancor più di stucco. E invece è proprio così, il rugbista (fa ancora parte della rosa dell'Armata Brancaleon, gli old miranese) e imprenditore da anni ha una passione speciale, quella di scoprire i segreti della monetazione vandala. Argomento arduo, considerato anche che nel corso di circa cent'anni (tra gli Anni 30' del V e del VI secolo) questa popolazione germanica arrivò non solo a saccheggiare Roma, ma riusci anche a creare un regno che comprendeva tra l'altro le coste del Nord Africa, una fetta consistente di Spagna (è stato ipotizzato che il nome Andalusia derivi da Vandali) e la Sardegna. «Non è un argomento facile» spiega Maurizio Cecchinato, «e va fatta una precisazione: il gruppo di cui faccio parte non si occupa di collezionismo, ma di ricerca e studio».

Da una parte la passione di Cecchinato è nata per caso, dall'altra si è sviluppata secondo i canoni del rigore scientifico. «Ho cominciato questa avventura per una pura casualità» racconta, «nel 1980, durante un viaggio in Turchia, comprai alcune monete a una bancarella. Erano bellissime, tornai a casa entusiasta salvo poi scoprire, una volta consultato un esperto, che erano tutte false. Da lì è scattata una molla, la voglia di imparare, e così mi sono dedicato alla monetazione vandala, uno dei campi meno esplorati della numismatica».

Tanto per capire quanto la passione di Cecchinato richieda una grande preparazione, basti pensare che una siliqua, una delle monete vandale, ha un diametro che va dai dieci ai quindici millimetri. Quindi, via di microscopio e tanta pazienza per capire quale re abbia emesso la moneta che ti trovi davanti. «Non sono solo in questa avventura» continua Cecchinato, «in quattro abbiamo formato una sorta di squadra, il gruppo di studio per la monetazione vandala, ovvero Alberto Trivero Rivera, Angelo Ortu, Alain Gennari e il sottoscritto. Abbiamo scritto articoli e libri, e credetemi non è un lavoro facile, il materiale da consultare è imponente, specie quello non in italiano. Ci si aiuta, anche i social network ci aiutano a stare in contatto».

Digitare il nome del gruppo in un motore di ricerca e vedere scattare una serie di collegamenti a siti specialistici di numismatica è questione di un attimo, eppure resta ancora impossibile immaginare che uno degli autori del volume “Riflessioni sulla monetazione vandala” sia proprio lui, il Ceki, rocciosissimo quanto velocissimo in campo, famoso per certi placcaggi “dedicati” soprattutto ai mediani avversari. Eppure l'immagine del giocatore simbolo del club bianconero che vola letteralmente in meta e quella dello studioso chino sul microscopio non fanno contrasto, anzi. «Attorno al rugby si sono creati molti luoghi comuni» afferma Cecchinato, «primo fra tutti quello che ci vuole grezzi e incolti. Non è così, basta andare a fare un giro in uno spogliatoio di qualunque squadra per scoprire gente di cultura e con grandi passioni. Pensate solo al mio ex compagno di squadra Jud Arthur: teneva i jeans sotto la doccia per lavarli, ma adesso è diventato un grande cantante lirico».

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