Casellato e il Mogliano «Semifinale a viso aperto»

L’allenatore del Marchiol prepara il primo incontro con I Cavalieri Prato “Motore” tutto mestrino con gli ex capitani Edoardo Candiago e Ivan Gianesini
Di Gianluca Galzerano

MOGLIANO. Assenza totale di peli sulla lingua, capacità di analisi rugbystica fuori dal comune, maniacalità compulsiva nella preparazione della partita. E risultati, da record, fin dall'esordio in massima serie sulla panchina del Casinò di Venezia nel 2007/2008: Umberto Casellato piomba sull'ultima giornata di regular season in Eccellenza. Il suo Marchiol Mogliano batte il San Gregorio Catania, approfittando del folle pomeriggio del Petrarca Campione d'Italia (che pareggia in casa con Rovigo uno dei derby più inguardabili degli ultimi anni) per chiudere al terzo posto una stagione straordinaria. «Calma, calma e ancora calma», predica il tecnico nato in Quartiere San Giuseppe, «I festeggiamenti li abbiamo fatti sabato tornando dalla Sicilia e fino a notte fonda. Da stasera ci sono due partite da preparare».

A poche ore dall'impresa Casellato era già al video per carpire i segreti per battere in semifinale i toscani dell’Estra I Cavalieri Prato. «Contro San Gregorio abbiamo retto psicologicamente un match difficilissimo: il risultato di 7 a 20 è bugiardo, ma se c'era un'occasione in cui i ragazzi dovevano dimostrare di avere gli attributi, beh, lo hanno dimostrato eccome, perché in quel campo ci hanno lasciato le penne proprio Petrarca e Rovigo». Mogliano terza, dunque, con quei 58 punti che staccano Rovigo di una lunghezza determinando l'incrocio con la corrazzata Prato per una doppia sfida (si gioca domenica 29 aprile al "Quaggia" e domenica 6 maggio al "Chersoni") che suggerisce rispetto ma non incute paura: «Letta così si capisce quanto per noi abbia pesato la vittoria in casa del Petrarca, il vero match-chiave della stagione», dice Casellato, «con Prato partiamo sfavoriti, ma non battuti: in stagione abbiamo vinto in casa e anche in trasferta, senza una meta misteriosamente annullata, avremmo fatto il bis. In settimana lavoreremo sul contenimento del loro triangolo arretrato e sui rifornimenti da touche e mischia chiusa, per il resto faremo il nostro gioco senza troppe paturnie, perché ai playoff i valori si livellano». Dopo l'ennesima stagione dei record, una dedica particolare: «Non posso dimenticare che la prima società a credere in me come allenatore è stato il Veneziamestre: se qualcosa sto facendo lo devo a quel Club e al suo presidente Tommaso Pipitone». E tanto altro Veneziamestre ha messo radici a Mogliano, a partire dagli ultimi due capitani lagunari, Edoardo Candiago e Ivan Gianesini: «Una soddisfazione enorme, ma il bello viene proprio adesso», racconta il terza linea Candiago, «La società ha fatto un ottimo lavoro permettendo a noi giocatori di concentrarci sul gioco, assemblando un grande staff con Franco Properzi e Colin Allan. Certo Casellato non è un allenatore morbido, ma la sua capacità di ascoltare e adattarsi al gruppo tirandone fuori tutto il potenziale è unica». Gli fa eco Ivan Gianesini: «Purtroppo sappiamo tutti come è finita l'avventura del Casinò di Venezia, ma per certi versi qui a Mogliano ho ritrovato lo stesso spirito dei giorni migliori ed una certa continuità di progetto: la sensazione di far parte di un gruppo granitico l'ho percepita fin dall'inizio, un giusto mix di giovani e meno giovani. Domenica invito tutti allo stadio: fuori e dentro il campo sarà sicuramente uno spettacolo all'insegna del rugby più bello».

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