Carmelo Rado, 80 anni di successi e non sentirli

L’ex discobolo dell’Atletica San Marco, quest’anno ha stabilito cinque record mondiali master

VENEZIA. Da Roma 1960 a Montecassiano (Marche) 2013. Un lancio lungo oltre cinquanta anni. Quello che Carmelo Rado, nato a Oderzo il 4 agosto 1933, ha effettuato nella sua lunga carriera di atleta, passando anche per Venezia nella sua permanenza all’Atletica San Marco quando è stato premiato alla “Festa dell’Atletica veneziana” del 2011 nella categoria Master.

Ma Venezia è stata solo una delle tappe di questo energico lanciatore che chiude il 2013 con 5 titoli mondiali (over 80) in 22 giorni e un grande unico rammarico. È lo stesso Rado a raccontarlo. Trevigiano d’origine, in Libia con la famiglia nel ’39, il ritorno nelle risaie vercellesi, poi Biella, 10 anni di lavoro in Sudafrica, ora gareggia con l’Atletica Rimini.

«Ho stabilito cinque record del mondo dal 1 al 22 settembre 2013 (tre volte nel lancio del disco, nel pentathlon lanci e nel martellone) e mi aspettavo che questi successi venissero gratificati con il titolo di International Best Master of the Year ,che mi è stato però negato perché le lunghezze raggiunte non state conseguite in gare internazionali. Passi, ma che nemmeno la Federazione Nazionale si sia ricordata di fare una telefonata, è troppo».

La delusione nella voce del pluricampione, che però non offusca la soddisfazione per i cinque best record. «In questi ultimi giorni sono fermo per un problema alla spalla - spiega - ma a settembre quello che mi ha frenato è stato un infortunio alla caviglia che non mi ha permesso di esprimermi al meglio. Se recupero la forma ottimale proverò il record del martello e quello del peso».

Risultati raggiunti in età matura frutto di un duro lavoro iniziato negli anni ’50 come discobolo, culminato con il titolo mondiale militare nel 1956 e la partecipazione all’Olimpiade di Roma 1960. «Nella capitale ero alla mia massima forma. Nel villaggio olimpico mi chiamavano “the body”. Prima della gara, nel riscaldamento, stavo lanciando il disco a misure incredibili. Poi mi venne a prendere Nicola Pietrangeli, con cui ho fatto la scuola militare a Orvieto, per condurmi all’interno del Forte dei Marmi. Da qui non ricordo più nulla. La pressione mi ha schiacciato e solo dai risultati ho scoperto che sono stato escluso dalla finale a sei, con la settima lunghezza, dal detentore del record del mondo il polacco Edmund Piatkowski». E quattro anni dopo a Tokio la finale del disco viene allargata a otto.

Un segreto per una longevità agonistica a questa livelli? «Come ho spiegato anche a un caro amico veneziano Flavio Asta con me all’Atletica San Marco, un 50% viene dallo stile di vita, un 20% dalla genetica, un 20% dall’ambiente in cui vivi e lavori e un 10% dalla fortuna».

Quella che molte volte ha sfiorato Rado che per ironia della sorte, oggi viene ricordato più per aver scoperto in Sudafrica Marcello Luigi Fiasconaro, che per i suoi 7 titoli italiani master che ogni anno mette in bacheca. Ma questa è un'altra storia.

Alessandro Torre

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