Bruscagin e Pinato un motore rossonero

I due giovani voluti da Inzaghi: «Faremo un bel campionato»
Agenzia Candussi, giornalista Contessa. primo allenamento della stagione del Venezia FC presso campo Taliercio Mestre
Agenzia Candussi, giornalista Contessa. primo allenamento della stagione del Venezia FC presso campo Taliercio Mestre
MESTRE. Cuore bianconero in Audero e Vitale, cuore rossonero in Bruscagin e Pinato, altri due volti nuovi del Venezia, che Filippo Inzaghi conosce molto bene per i trascorsi comuni al Milan. Reduci dalla sfortunata annata al Latina, Bruscagin e Pinato puntano al riscatto nel Venezia. «È stata una stagione particolare», ha ammesso Matteo Bruscagin, jolly difensivo milanese con origini nel Padovano, «che va inquadrata sotto diversi aspetti. A livello personale, posso essere soddisfatto: ho giocato 37 partite, e non sono poche in Serie B, con continuità e con un buon rendimento. Quando però la squadra va male, tutto viene ridimensionato anche a livello individuale, non si può essere contenti quando si termina la stagione con una retrocessione». Dodici mesi vissuti sul filo del rasoio per Bruscagin e i suoi compagni del Latina. «È stata un’annata assai complicata perché a un certo punto ci siamo ritrovati senza società, noi giocatori e lo staff tecnico eravamo da soli a combattere per rimanere in Serie B. Abbiamo cercato di fare quadrato tra di noi, ma non era facile perché i problemi da superare erano tanti». Latina che non solo è retrocesso in Lega Pro, ma poi è anche fallita.


«Il Venezia mi offre l’opportunità di dimostrare che l’ultima stagione è stata solo una parentesi sfortunata. Riparto con grande entusiasmo, e tante ambizioni, sia a livello personale che di squadra». Venezia che si è assicurato un difensore poliedrico, un jolly per il reparto. «Ho giocato sia da centrale che da terzino destro», spiega Matteo Bruscagin, «ma in alcune occasioni sono stato utilizzato anche a sinistra. Nella passata stagione, al Latina, con il modulo 3-4-3 mi sono disimpegnato anche come quarto di centrocampo». Bruscagnin era diventato anche il capitano del Latina. «In nerazzurro sono rimasto quasi 6 anni», ricorda il difensore milanese, «nel primo ho centrato la salvezza nei playout in Lega Pro, ma l’anno successivo è arrivata subito la promozione in Serie B attraverso i playoff. All’esordio tra i cadetti il Latina ha sfiorato addirittura il salto il Serie A perdendo la finale dei playoff, poi sono arrivate due salvezza tirate, all’ultima giornata, ma garantendo sempre al Latina la permanenza tra i cadetti. Poi l’ultima stagione, andata male. In cinque anni e mezzo ho vissuto tutte le sensazioni che si potevano provare». Bruscagin ritrova Pippo Inzaghi. «Ho fatto tutto il settore giovanile nel Milan, quando io ero nella Primavera, Inzaghi era ovviamente in prima squadra e qualche volta ho avuto la fortuna di essere convocato da Ancelotti con i “grandi”, facendo alcuni allenamenti e andando qualche volta in panchina. Mi ricordo il suo approccio da giocatore, non credo che sia cambiato da allenatore».


Marco Pinato, invece, ha già sperimentato in prima persona Pippo Inzaghi come allenatore, e non è l’unico legame, visto che il papà, Davide, era il portiere dell’Atalanta in cui esplose SuperPippo. «Sono legati da una grande amicizia, all’Atalanta hanno vissuto una stagione bellissima: Inzaghi ha segnato una valanga di gol e mio papà ha tenuto la porta inviolata per quasi 800 minuti». In quella stagione, 1996-1997, Inzaghi nel tridente con Morfeo e Lentini realizzò 24 reti spiccando poi il volo verso la Juventus e papà Pinato non prese gol per 757’. Anche per Marco Pinato una stagione in caccia del rilancio. «Non è iniziata benissimo, mi sono rotto il crociato alla seconda giornata, ma quando sono rientrato ho giocato con continuità nelle ultime 10 partite. Posso fare tutta la fascia sinistra, ho giocato terzino e attaccante, ma anche a centrocampo». Un altro giocatore poliedrico, di quelli che piacciono a Filippo Inzaghi, che Pinato ha allenato. «L’ho avuto nella primavera del Milan, l’anno in cui abbiamo vinto il torneo di Viareggio e siamo arrivati fino agli ottavi in Youth Europe League, incocciando quel Chelsea che poi avrebbe trionfato in finale. Inzaghi conosce me e io conosco lui. Il Venezia? Arriva da due stagioni straordinarie e ha la fortuna di partire con un nucleo ormai collaudato in Lega Pro. In un campionato lunghissimo, come è la Serie B, sarà importante partire bene, le prime partite saranno fondamentali».


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