Bocalon: «Io e il Venezia assieme in Serie A E a quarant’anni smetto»

Casa dolce casa. Ma non per sonnecchiare sul divano e vivere di ricordi. Il ritorno a casa per Riccardo Bocalon è un altro punto di partenza. L’inizio della parte più stuzzicante della carriera.
«Ho trent’anni, voglio giocare fino a quaranta e sempre con la maglia del Venezia» dice il centravanti de Casteo «e con un obiettivo chiaro: arrivare con questa maglia in Serie A».
Insomma legando il nome a un’epoca. Come il Venezia di Recoba. Il Venezia di Bocalon...
«È un sogno. Una cosa fantastica. Meglio neanche dirlo, mi sta venendo la pelle d’oca già adesso».
Intanto, il piacere del gol ritrovato. E di aver ritrovato Venezia.
«Il gol con il Palermo , lunedì scorso, è stato una liberazione. Mi pesava il rigore sbagliato col Perugia, le due sconfitte, sì, è stato come togliersi un peso. Venezia ritrovata? Mah, Da due mesi sono tutto casa-campo-campo-casa. Giravo di più per Venezia quando giocavo nella Salernitana, ora mi manca qualche passeggiata con mia moglie Barbara, alla scoperta di una città che ha sempre qualcosa da rivelare».
Erede di Poggi e Collauto, simbolo della venezianità calcistica.
«E’ un onore. Loro sono stati un modello per tanti ragazzi della nostra città. In futuro, tra dieci anni, non mi vedo come allenatore, ma mi piacerebbe lavorare nel settore giovanile. Oppure, come Paolo e Mattia, avere un ruolo importante nella società».
Restiamo sulla città.
«Dire che è unica al mondo sarebbe scontato. Problemi ce ne sono, il turismo è fondamentale, dobbiamo dire grazie al turismo. Ma comporta anche dei disagi. Tassa di sbarco, tornelli ai varchi, non so se sono soluzioni giuste, non me ne intendo, ma tutti ci accorgiamo che il turismo è cambiato. Una volta la gente veniva a fare la vacanza a Venezia, adesso la vacanza è un mordi e fuggi».
Un’altra magagna?
«Credo che a tutti i veneziani, e mi metto anch’io, il Mose abbia procurato rabbia e dispiacere. Non entro nelle questioni giudiziarie, ma di sicuro ci sono tanti soldi mal impiegati. E il problema dell’acqua alta non è risolto».
Non fosse stato calciatore, Riccardo Bocalon, cosa avrebbe fatto?
«La guida turistica. Torna in gioco la passione per la mia città, ma anche il fatto che ho frequentato l’Algarotti, ed ero tutto sommato un discreto studente. Sono uscito con 94, nell’ultimo anno a volte dovevo saltare la scuola perchè , erano i primi tempi, giocavo a Treviso. Ma studiavo in treno, avevo buona memoria e a scuola comunque stavo attento alle spiegazioni dei professori. Sì, avrei fatto la guida, portando i turisti non solo a San Marco o a Rialto, ma soprattutto nei posti meno noti, più silenziosi, quasi intimi. Ci sono angoli, altane, campielli che a volte nemmeno noi abbiamo ancora scoperto».
In Italia tanti progettano il loro futuro all’estero. Il veneziano no, molto meno. E comunque col ritorno in laguna all’ultimo capitolo.
« Semplice. Non possiamo e non vogliamo staccarci da queste radici. Il mondo ci invidia questa città e noi dovremmo andar via e non tornare? Non ha senso».
Mai avuto proposte di giocare all’estero?
«Cose concrete no. Ho girato parecchio l’Italia, ho vissuto in città come Cremona, Prato, Alessandria, Salerno, realtà diverse, insomma, ma all’estero no. È andata così, nessun rimpianto. Avrei valutato le opportunità cun curiosità e attenzione, senza pregiudizi. Andar fuori è sempre una esperienza importante, di quelle che ti fanno crescere. In futuro? Eh no, ho già detto che gioco nel Venezia fino a quaranta anni e poi posso anche smettere...».
Rimpianti “italiani” ? Arrivare ad un passo dal debutto in e A e poi non farlo?
«No. Nessun rimpianto. La Serie A? Il sogno di tutti i bambini, di tutti quelli che come fa fanno il mestiere più bello del mondo. Ma io credo che alla fine ognuno abbia quello che si merita. Ero nella Primavera dell’Inter, non ho giocato in Serie A, vuol dire che è giusto così. Però, in tutti i club per i quali ho giocato penso di aver lasciato un buon ricordo, sono rimasto in buoni rapporti. E a volte lasciare un buon ricordo come persona vale molto di più di lasciare un buon ricordo come semplice calciatore».
Domenica si gioca Venezia-Cremonese. Con Bocalon seduto in tribuna.
»Esatto, ho preso l’ammonizione contro il Palermo ed ero in diffida. Il gol dell’ex alla Cremonese l’ho fatto, proprio con il Venezia, anzi fu una doppietta. Vabbè stavolta soffrirò a guardare, sarò uno dei tanti tifosi che amano il Venezia».
E prossima trasferta, sabato 30, a Salerno.
«Posto bellissimo, coinvolgente, tifosi appassionati e numerosi in casa e in trasferta. Mi hanno sempre voluto bene, perchè io ho sempre dato il massimo con la maglia della Salernitana. Per loro stavolta sarò un avversario leale. Gente ospitale, accogliente. Prima e dopo la gara ci saluteremo da vecchi amici». —
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