Belluno 2012, non ci furono disordini

Ieri udienza penale per i tifosi del Venezia “daspati” per festeggiare la promozione

BELLUNO.

Daspati per la festa promozione. Un’invasione pacifica a caccia di una maglia o un altro ricordo. Una ventina di tifosi del Venezia sono a processo per aver violato la legge 401 del 1989. L’articolo 6 bis, al comma 2, punisce chiunque nei luoghi in cui si svolgono manifestazioni sportive, supera indebitamente una recinzione o separazione dell’impianto ovvero, nel corso delle manifestazioni medesime, invade il terreno di gioco, è punito con l’arresto fino ad un anno e con l’ammenda da mille a 5 mila euro. La pena è della reclusione da sei mesi a quattro anni, se dal fatto deriva un ritardo rilevante dell’inizio, l’interruzione o la sospensione definitiva della competizione.

Nell’udienza penale di ieri mattina, davanti al giudice Riposati e al pubblico ministero Pesco è emerso con chiarezza che Dei Rossi, Bolis, Stefani, Niero, Asara, Dal Bello, Pierolli, Tadiè, Fornaro, Furlan, Mangini, Fantinelli, Franzini, i due Vianello, Perissinotto, Zuccolotto, Marega, Tiozzo, Gazzetta e Scantamburlo «non hanno provocato altri problemi di ordine pubblico» all’ultima giornata del campionato di serie D contro il Belluno. Parola dei due poliziotti, che hanno deposto. Quel pomeriggio del 6 maggio 2012 hanno anche brindato insieme ai tifosi gialloblù, ma sono stati identificati, grazie a un centinaio di foto scattate dalla polizia scientifica e spedite alla questura di Venezia. Sulla base dei riconoscimenti, l’allora questore Attilio Ingrassia firmò i Daspo, i divieti di assistere a manifestazioni sportive.

Ma cos’era successo, in definitiva? C’erano almeno 350 tifosi lagunari in gradinata Est, tutti contenti perché la loro squadra ha vinto 3-0 con i gol di Florean, Essoussi e Casagrande. Un successo che significa la Lega Pro. Nel finale di partita, smette di piovere e spunta l’arcobaleno, i tifosi ospiti scendono dalla tribunetta, scavalcano le reti ed entrano sulla pista di atletica, per prepararsi alla caccia di una maglia o del pallone. Lauria vorrebbe battere un corner, ma deve aspettare qualche minuto, perché l’arbitro Serra di Torino non può sopportare gli invasori e li invita a uscire, sospendendo momentaneamente la gara. L’invasione ci sarà dopo i tre fischi, come succede sempre.

Una corsa senza avversari, per un souvenir da portare a casa, che arriva fino allo spogliatoio ospiti. Il giudice Riposati ha rinviato alle 10 del 14 giugno, per sentire altri testimoni. Non ci sarà anche la discussione. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Tullio Tandura, Giuseppe Romano e Giovanni Adami. (g.s.)

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