Barbara Duprè, emozioni in Madagascar

MARTELLAGO. Barbara Duprè, ultramaratoneta portacolori del Brema Running Team di Martellago, ha vinto la sua ultima scommessa nel deserto del Madagascar. Protagonista di varie imprese al limite, è partita il 31 agosto dove ha iniziato la sua avventura affrontando e correndo quei maledetti 250 chilometri in regime di autonomia alimentare per sei giorni consecutivi. Tutti di corsa. Tutti a piedi. Un passo dopo l’altro, con la sua classe, leggerezza e semplicità. Una corsa estrema dove tutto è difficile ed i grandi spazi diventano infiniti. Un’altra fatica immane, sei tappe in autosufficienza alimentare.
«È stata la mia sesta esperienza in una gara di corsa a tappe di 250 km in autosufficienza. Dopo la Marathon de Sables nel 2010 ho partecipato con l’organizzazione statunitense Racingtheplanet a varie ultramaratone in ambienti estremi, come il deserto dei Gobi, le montagne del Nepal, il deserto della Giordania. i ghiacciai dell'Islanda. I concorrenti con uno zainetto ridotto al minimo devono percorrere ogni giorno 40 chilometri per giungere all’accampamento dove trovano una tenda già montata e un rifornimento d’acqua; il quinto giorno i chilometri sono invece ottanta, che per i più lenti significa correre sotto le stelle.
Stavolta è andata alla scoperta del Madagascar. «Un luogo meraviglioso ricco di vegetazione unica. Ci sono tanti paesaggi cosi diversi tra loro, costituiti da pianure erbose, canyon, e foreste ricche di sorgenti d’acqua e di lemuri che ci riportavano alla memoria la figura immaginaria di Tarzan, l’archetipo del bambino selvaggio allevato nella giungla dalle scimmie».
Di che cosa vive una ultramaratona durante questa avventura? «Nel deserto ti porti dietro la casa in sette chili per centinaia di chilometri: minestre liofizzate, alimenti secchi come ortaggi, frutta e carne. Ti rendi conto che non ti serve nient’altro. Sulle tue spalle c’è la tua sopravvivenza. Già un attimo dopo il colpo di pistola di ogni tappa ti accorgi che non sei nulla, sei solo con te stesso e non puoi contare su nessuno. Condividi il niente» aggiunge la Duprè «arrivi al limite del tuo fisico e delle tue forze, pensi alla sete e all’acqua fonte primaria di vita».
Come ha concluso la gara ? «Sono arrivata a pari merito con la toscana Silvia Passarini al 128° posto, in 50 ore e 33 minuti. Al mio fianco Silvia, infaticabile compagna di mille avventure. Per noi è stato come festeggiare il quarto anniversario della nostra amicizia nata tra le dune del Marocco alla Marathon de Sables 2010. Giungere al traguardo sorridenti mano nella mano è stata la nostra vittoria più grande».
Giancarlo Noviello
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