Aurora, miss Reyer tutta casa-lavoro-palasport
Infermiera e modella, una promessa: «Se vinciamo lo scudetto faccio un calendario per beneficenza

SAN DONÀ. Quando sul parquet brillano le giocate da tre punti di Bramos, Filloy, McGee e Haynes, tra le luci dei riflettori che illuminano il pianeta Reyer luccicano invece i brillantini della coroncina sulla fronte di Aurora Serena Niero. Non esiste un concorso ufficiale per Miss Reyer ma se ci fosse, la ventinovenne infermiera di San Donà sarebbe eletta a furor di popolo la reginetta della bomboniera orogranata di via Vendramin. Non a caso i brillantini incastonati uno a uno formano le lettere della Reyer e una fascetta preparata con ago e filo, giusto due anni fa, in occasione di gara-7 della semifinale playoff che vide la squadra allora allenata da Recalcati arrendersi in casa a Reggio Emilia. «La prima volta che ho visto la Reyer giocare dal vivo è stata tre anni fa» racconta Aurora Serena Niero, «al Taliercio c’era Milano come avversaria e volevo fare un regalo al mio nipotino Orazio di dieci anni appassionato di pallacanestro».
Miss Reyer, un titolo che calzerebbe a pennello per Aurora. Lei che con quella coroncina fatta in casa si è quasi incoronata da sola, forte anche del suo curriculum da modella. «Ho vinto diverse fasce per Miss Italia, sono stata finalista nazionale per Miss Padania, Miss Mondo e Miss Universo. E finalista regionale di Miss Italia per alcuni anni consecutivamente» ricorda a memoria la bellezza acqua e sapone di San Donà. «Sono state esperienze bellissime ma le mie vittorie più grandi sono state la laurea e il master in area critica ed emergenza sanitaria completato con il 110 e lode. Sono felice di aver vinto anche il concorso di Treviso e di essere tornata più vicina a casa e alla mia Reyer». Il suo colore naturale di capelli è castano scuro, ma Aurora per essere in tinta con il pubblico e i giocatori a volte si è tinta la capigliatura di granata. Per non parlare di magliette, gonne lunghe o pantaloni rossetto e smalto per le unghie. Avete presente quando i giocatori della Reyer fanno il loro ingresso sul parquet per la fase di riscaldamento e il pubblico si alza in piedi per applaudirli? La stessa cosa succede quando Aurora Serena Niero entra in palazzetto. «Quando entro al Taliercio i tifosi mi accolgono battendo tutti le mani e facendo così mi emozionano da morire» racconta ancora la tifosa infermiera di San Donà, «sono molto affezionata al popolo orogranata che sento come una famiglia. Il mio giocatore preferito è quello che in gergo chiamano il sesto uomo, i tifosi. Il momento che ancora mi fa venire la pelle d’oca a pensarlo è quanto Tonut, Stone, McGee e Hagins armati di microfono hanno fatto festa in mezza ai tifosi dopo la vittoria su Brindisi». Dietro ogni sogno tricolore c’è sempre una promessa o un fioretto della tifosa più bella. «Se dovessimo vincere lo scudetto preparerò qualche scatto con accessori e abbigliamento della Reyer, magari un calendario tascabile. E il ricavato lo devolverei in beneficenza. Credo sia un bel modo di festeggiare, donando gioia anche agli altri».
Thomas Maschietto
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