Ai veneti solamente le tappe

La Zalf, Bandiera, Brambilla, Belletti e il doppio colpo di Guarnieri. Il vincitore Atehortua è stato un esempio di regolarità. Sei vittorie su sette traguardi, alla fine il leader è straniero
LORIA. Julian Atehortua è il terzo colombiano a salire sul gradino più alto del podio, l'ottavo vincitore oltreconfine del 23º Giro del Veneto per dilettanti che sabato, a Loria, nel Trevigiano, ha celebrato il quinto successo stagionale del furetto del Caneva. Eppure gli atleti dei team veneti hanno dominato in lungo e in largo le sette frazioni: ne hanno vinte la bellezza di sei, ma sul podio è salito solo il campione italiano della crono, Adriano Malori, della Filmop-Parolin. Decimo Derik Zampedri, della Zalf Désirée Fior.


L'amaro in bocca dei team veneti è addolcito dai successi parziali. La Zalf Désirée Fior ne ha collezionati tre: ha vinto il prologo a squadre a Rossano, Bandiera ha piazzato la zampata a Igne dove Atehortua ha indossato la maglia rossa del leader messa in palio da Franco Cogo, papà del Giro, e non se l'è più tolta. Il giovanissimo Gianluca Brambilla, 20 anni, di Cassola, è riuscito a essere il più pimpante sui tornanti del Grappa che conosce a memoria. Due gli hurrà di Jacopo Guarnieri, enfant prodige della Marchiol, che ha piegato allo sprint il gruppo due volte: a Montebello e a Castione di Loria. Adesso per il ragazzo di Slongo e Conte lo aspettano gli Europei su pista e su strada, ma soprattutto un futuro tra i professionisti, dove, tra tanta mediocrità e sospetti, c'è bisogno di una boccata di ossigeno. Brilla anche la stella della vecchia ma sempre vincente Uc Trevigiani: ad alzare i pugni al cielo è stato il solito Manuel Belletti, primo con la maglia azzurra a Cassola. Anche il ragazzo di Mosole e Zoccarato farà parte della pattuglia azzurra per il titolo continentale.


Eppure c'eravamo abituati bene dopo la vittoria a mani basse dello scorso anno di Davide Malacarne. Il bellunese di Lamon era già in testa al termine della seconda frazione, ma nell'insidiosa tappa di Igne, corsa sotto la pioggia, il ragazzo di Egidio Fior, guidato in ammiraglia dal pool formato da Rui, Faresin, Camillo, Mazzer e Fiorio, è rotolato sull'asfalto a pochi chilometri dall'arrivo e addio ai sogni di gloria. I compagni di squadra Zampedri, Bandiera e il tricolore Ponzi hanno fatto quello che hanno potuto giungendo decimo, undicesimo e dodicesimo, ma certo non hanno le qualità di resistenza dell'ex campione del mondo juniores di ciclocross.

I veneti hanno spopolato anche nelle classifiche intermedie: Guarnieri ha vinto la graduatoria a punteggio, Malori è stato il primo dei giovani, Brambilla si è aggiudicato la maglia del miglior scalatore e Zanella si è imposto nella classifica dell'Intergiro.


Onore al merito a Julian Atehortua, scoperto da Gianni Biz, team manager del Caneva-Concrete-San Marco, il team altoliventino fucina di campioni da lanciare nel professionismo. Così era accaduto 12 anni fa con il trevigiano Michele Poser e Biagio Conte, primi e secondi sul gradino più alto del podio. Biz ha promosso tra i prof anche Danilo Di Luca, che nell'ultima stagione con la maglia giallonera si era aggiudicato il campionato italiano a Col San Martino, il Giro d'Italia e il Giro del Friuli. Stessa sorte era toccata a Leonardo Piepoli, lo scalatore doc di La Spezia. Nel futuro il Giro del Veneto medita un altro super finale a Loria, dove il sindaco Roberto Vendrasco e l'assessore allo sport Silvano Marchiori vogliono fare le prove generali prima di compiere il grande passo: arrivare al Giro d'Italia come ha fatto Riese.

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