A Venezia 81 storie di libri che diventano film

Tra i titoli attesi alla prossima Mostra del Cinema, non sono pochi quelli ispirati da scrittori.

Guadagnino rilegge Burroughs, Pupi Avati prende spunto da sé stesso

Michele Gottardi
"Queer" di luca Guadagnino
"Queer" di luca Guadagnino

La letteratura ispira il cinema: sono una decina i film tratti da opere letterarie nel cartellone complessivo di Venezia 81 e per la maggior parte sono contenute nel programma principale del Concorso, abbracciando i temi più disparati.

Si comincia con il “coming of age”, uno dei temi dominanti di questa Mostra, dei gemelli francesi Ludovic e Zoran Boukherma. “Leurs enfants après eux” è tratto dal premio Goncourt 2018, “E i figli dopo di loro” scritto da Nicholas Mathieu, scrittore impegnato molto celebre oltralpe e che recentemente è stato oggetto di un gossip che lo vedrebbe legato a Charlotte Casiraghi.

"Leurs enfants après eux” dei gemelli Boukherma
"Leurs enfants après eux” dei gemelli Boukherma

Il terzo lungometraggio dei gemelli emergenti è un racconto corale su un gruppo di adolescenti, ambientato in Lorena, in una valle perduta come le illusioni dei suoi protagonisti, proprio nell’anno di nascita dei cineasti, l’estate del 1992, quando il 14enne Anthony (Paul Kircher) incontra Stephanie (Angélina Woreth) e si innamora a prima vista, arrivando a far di tutto pur di rivederla.

Terza regia anche per altre due cineaste francesi, le sorelle Delphine e Muriel Coulin (un altro dei filoni di questa Mostra, i fratelli in coppia alla macchina da presa) che con “Jouer avec le feu” (titolo internazionale “The quiet son”), tratto da “Quello che serve di notte” del pluripremiato Laurent Petitmangin, affronta un tema attuale, il distacco anche traumatico dei figli dai padri. Vincent Lindon, padre single 50enne di due figli, nel momento in cui il più giovane sta per trasferirsi a Parigi per andare all’università, assiste all’evoluzione del maggiore, che entra a far parte di gruppi estremisti della destra più violenta, in totale opposizione ai valori del padre.

Molto si è già detto di “Queer” che Luca Guadagnino ha tratto dall’omonimo romanzo breve autobiografico di un mito come William S. Burroughs, che racconta la storia di Lee (Daniel Craig, tra le star più attese della Mostra), un americano espatriato, omosessuale e eroinomane, che vive a Città del Messico negli anni Quaranta, e dei suoi incontri passionali nei bar della città; meno nota invece è la fonte di “The Order”, sesto film dell’australiano Justin Kurzel, thriller politico ispirato a “The Silent Brotherhood” di Kevin Flynn e Gary Gerhardt, che ricostruisce le vicende di un gruppo di suprematisti bianchi negli anni’80 che finanziavano gli atti terroristici con rapine, su cui indaga l’agente Fbi Jude Law.

Tema politico – e siamo a un ulteriore filone della selezione – anche per il ritorno sul grande schermo di Walter Selles con “I’m still here”, che usa il memoir del deputato Marcelo Rubens Paiva, nel quale racconta la propria prigionia durante la dittatura militare brasiliana, all’inizio degli anni’70.

Tra i cinque film italiani in concorso, “Diva futura” di Giulia Louise Steigerwalt è tratto dal romanzo di Debora Attanasio, storica collaboratrice di Riccardo Schicchi, che con “Non dite alla mamma che faccio la segretaria”, ricostruisce la storia della più celebre agenzia di pornostar, “Diva futura” appunto, quella di Moana Pozzi e Ilona Staller e tante altre.

“Diva futura” di Giulia Louise Steigerwalt
“Diva futura” di Giulia Louise Steigerwalt

Riferimenti cinematografici invece per Maura Delpero che con “Vermiglio” cita e attinge a piene mani da “L’albero degli zoccoli” di Ermanno Olmi, mentre in “The Brutalist” di Brady Corbet, che descrive le difficoltà che incontra nella sua professione un architetto visionario (Adrien Brody), il riferimento è “La fonte meravigliosa” di King Vidor, con Gary Cooper.

Nelle altre sezioni sono meno le fonti letterarie, a favore di script originali.

Ci sono tuttavia delle eccezioni come il nuovo lavoro di Pupi Avati, “L’orto americano”, il film di chiusura Fuori Concorso che è tratto dal suo romanzo omonimo, pubblicato un anno fa. Un racconto gotico, con rimandi storici (siamo negli anni dell’immediato secondo dopoguerra), condito di elementi soprannaturali, come in altri lavori giovanili del regista bolognese.

Ancora un film italiano tra quelli ispirati o tratti da opere letterarie è in Orizzonti: “Familia” di Francesco Costabile, che adatta il libro autobiografico di Luigi Celeste, “Non sarà sempre così” , storia di una famiglia vittima di un padre violento, che metterà i due figli di fronte a scelte diverse e drammatiche. —

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