Valdastico Nord, c’è l’intesa sul tracciato

Lo sbocco non sarà a Rovereto ma a sud di Trento. Giovedì 4 dicembre l’incontro tra Stefani e Fugatti, entro febbraio il colloquio con Salvini

Laura Berlinghieri
Maurizio Fugatti e Alberto Stefani
Maurizio Fugatti e Alberto Stefani

Un blitz mattutino del presidente Alberto Stefani nella sede della provincia di Trento, anticipando persino i tempi dell’investitura ufficiale da governatore del Veneto. L’incasso: l’intesa raggiunta sul prolungamento della Valdastico Nord.

Certo, la prudenza è d’obbligo, parlando di un progetto del quale si discute da più di cinquant’anni: chiesto dalle imprese, ma osteggiato dal territorio (trentino).

Ma intanto il Veneto industriale plaude al “patto tra gentiluomini” raggiunto ieri mattina tra il neoeletto presidente del Veneto Alberto Stefani e il presidente della Provincia trentina Maurizio Fugatti. Un’intesa sul tracciato del collegamento tra A31 e Autostrada del Brennero, con sbocco non più a Rovereto, bensì a Sud di Trento.

Mancano ancora i dettagli, e le ipotesi in campo per il collegamento effettivo sono sostanzialmente tre: Trento Sud, la frazione di Mattarello o quella di Acquaviva. In ogni caso, si renderà necessaria una modifica del piano urbanistico provinciale.

«E speriamo – fanno sapere da Trento – che questa volta l’opposizione non faccia ostruzionismo».

Del resto, era stata proprio la contrarietà delle minoranze, negli anni, a bloccare sistematicamente ogni nuovo tentativo di riproposizione del progetto. Quello di un’infrastruttura con l’ambizione di dare ulteriore fiato all’economia: la prima a festeggiare ieri.

Con il plauso di Barbara Beltrame Giacomello, presidente di Confindustria Vicenza, al neogovernatore, che «come primo intervento ha scelto di riattivare un dossier importante, che riguarda la competitività di un'ampia parte del Triveneto». E le va dietro il suo omologo trentino, Lorenzo Delladio: «È un’opera che porterà vantaggi a tutti i settori, compreso il turismo, e alla popolazione».

Ma le incognite, al di là dell’esatta collocazione dello sbocco, sono tante. A partire dalle risorse necessarie, con una forbice che è così ampia da delegittimare qualsiasi valutazione. «Cinque miliardi di euro» vociferano dal Veneto, mentre «poco più della metà» è la risposta trentina.

Chi li mette? Su questo, i due governatori sono d’accordo: «Non noi». E quindi né la Regione Veneto, né la Provincia di Trento. Bensì A4 holding, vale a dire la società che gestisce la Brescia-Padova.

Anche se i due presidenti sperano nel co-finanziamento del governo, e per questo, entro febbraio, si presenteranno al Ministero delle Infrastrutture di Matteo Salvini.

Se dovesse arrivare l’aiuto da Roma, la fase di progettazione potrebbe iniziare già l’anno prossimo, con un orizzonte per i lavori che è almeno decennale.

Ma c’è un piano B, perché intanto il governatore veneto gioca anche sul secondo tavolo di Cav, come perno di una nuova holding autostradale unica per il Nordest. Idea che, se dalla rarefazione del progetto dovesse passare alla concretezza delle carte, allora riuscirebbe a garantire un aiuto importante per il completamento dell’infrastruttura, che a quel punto rientrerebbe nel piano economico di Cav.

«Che il prolungamento della Valdastico Nord sarebbe stato uno dei primi punti della mia agenda lo avevo promesso» commenta intanto Stefani, «è un’infrastruttura richiesta da imprese, operatori turistici e famiglie, che consentirà di ridurre il traffico e razionalizzare i collegamenti fra strade e autostrade già esistenti, a vantaggio di tutti».

Lo pensa anche il suo omologo Trentino, Fugatti: «È importante condividere soluzioni che rafforzino la competitività e offrano opportunità di crescita alle nostre comunità e imprese» il suo commento in una nota.

Ora la palla al ministro, ma si gioca in casa.

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia