Unicredit: assegno da 24 milioni a Biasi De Poli ne incassa 4
VENEZIA.
Calano gli utili Unicredit, ma sono comunque superiore alle stime degli analisti, con un quarto trimestre in crescita che spinge il titolo della banca, in controtendenza, in Borsa, rispetto agli altri titoli bancari. Nel 2010 l'utile si colloca a 1,323 miliardi, del 22% inferiore a quello del 2009, e ancora lontano dai 4 miliardi del 2008, ma i segnali della fine dell'anno scorso e dei primi mesi di quest'anno, sono «incoraggianti» dice l'amministratore delegato Federico Ghizzoni che ieri ha presentato i conti agli analisti delineando bilanci e prossime mosse del gruppo nel primo anno del dopo Profumo. Il gruppo ha deciso di corrispondere un dividendo cash di tre centesimi ad azione ordinaria, uguale a quello dell'anno precedente. Per le fondazioni bancarie venete azioniste - che a bilancio 2010 cominceranno a iscrivere il dividendo del 2009 (che è pari a quello annunciato ieri) - si tratta di un ritorno agli incassi cash dopo la decisione con la quale si stabilì di dare uno script dividend in azioni gratuite di nuova emissione, in sostituzione del dividendo. Cariverona segna nel 2010, con un dividendo di 0,03 euro per azione, un incasso di circa 24 milioni di euro, su un bilancio complessivo della Fondazione che presenta un attivo di poco più di 134 milioni. La partecipazione in Unicredit è a poco meno del 5%, e, a fine 2009, era iscritta in bilancio per 3,3 milioni contro un valore di mercato di circa la metà, 1,7. Per Cassamarca l'incasso derivante dal minidividendo in cash sarà intorno ai 4 milioni, con una partecipazione che, a fine 2009, rappresentava lo 0,8% del capitale di Unicredit, ma l'80% del patrimonio della Fondazione. Entrambe le fondazioni nell'anno precedente non avevano avuto dividendi ma conferimenti in azioni gratuite che, però, avevano venduto sul mercato, ricavandone una plusvalenza. Nell'illustrare i conti, Ghizzoni ha indicato come obiettivi della banca quello di un recupero della redditività sul mercato italiano, grazie al piano di efficienza dei costi e di snellimento della holding messo in cantiere con One4C. «Il 2010 è stato un anno difficile e di ristrutturazione, guardiamo con maggiore ottimismo a quest'anno» ha detto. L'Italia, comunque, è ancora un mercato complicato: i due terzi dei presiti incagliati sono infatti qui. È un risultato che risente del basso tasso di crescita del Paese, mentre la Germania mostra un calo dei prestiti incagliati. Quanto all'assetto patrimoniale dopo gli aumenti di capitale, l'a.d. Ghizzoni non ha mostrato preoccupazioni: «Anche con una piena attuazione delle norme di Basilea 3 - ha sottolineato - Unicredit può contare su livelli di capitale rassicuranti che permettono flessibilità a livello strategico». Quanto alla vicenda libica, l'amministratore delegato ha sostenuto che non c'è alcun impatto sull'andamento operativo quotidiano. Le azioni sono congelate e i soci libici non possono esercitare i diritti di voto e prelevare il dividendo. Quando il conflitto libico sarà chiarito «vedremo quale sarà la politica del nuovo governo».
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