Un sacchetto in testaVidali si uccide in cella

L’imprenditore veneziano trovato senza vita nel carcere di massima sicurezza di Tolmezzo
Il natante coinvolto nella sparatoria del 25 giugno 2008
Il natante coinvolto nella sparatoria del 25 giugno 2008
TOLMEZZO.
Bruno Vidali, 46 anni e casa al Lido, accusato di essere il mandante del tentato omicidio del suo ex dipendente Maurizio Zennaro, si è suicidato sabato pomeriggio nel carcere di massima sicurezza di Tolmezzo. Si è ucciso infilandosi un sacchetto di plastica in testa e dopo aver collegato il sacchetto al gas della bomboletta che i detenuti utilizzano per farsi da mangiare. Quando è scattato l’allarme e sul posto sono intervenuti i sanitari del Suem Vidali, detto «Brunetto», era ancora vivo. E’ morto poco dopo. Non ha lasciato nessuno scritto per spiegare la scelta di uccidersi. Vidali era sposato ed era padre di due figli di 20 e 16 anni.


Era rinchiuso a Tolmezzo da inizio ottobre dopo che il pm Stefano Ancilotto, che indaga sull’agguato nel quale il pregiudicato veneziano Alessandro Rizzi, ha sparato a Zennaro nei pressi dell’isola di Sant’Andrea a Venezia, lo aveva fatto spostare perchè secondo prove raccolte l’imprenditore stava cercando di corrompere dei detenuti che con lui erano in prigione a Venezia. Secondo l’accusa stava cercando di convincerli a testimoniare a suo favore spiegando che era stato un altro pregiudicato a consegnare la pistola della sparatoria a Rizzi e non lui. Mercoledì scorso Vidali aveva ricevuto il dispositivo col quale il gip Alberto Scaramuzza aveva rigettato la richiesta, presentata dai suoi legali, di metterlo agli arresti domiciliari.


Dispositivo seguito all’incidente probatorio durante il quale il giudice ha ritenuto inattendibile il pregiudicato Giuseppe Giaciglio che si era autoaccusato di aver fornito la pistola a Rizzi e che doveva quindi scagionare lo stesso imprenditore. Giovedì invece aveva ricevuto la visita del suo legale Antonio Franchini. Ritornando a sabato pomeriggio Vidali ha atteso che i compagni di cella, altri due detenuti, uscissero per l’ora d’aria per farla finita. Il suo corpo disteso a terra tra il bagno e il resto della cella è stato trovato al rientro dei compagni. Il pm di turno della procura di Tolmezzo non ha disposto l’autopsia e ha messo a disposizione della famiglia la salma.


Vidali era in carcere da circa otto mesi. Era stato in carcere a Treviso e a Venezia prima del trasferimento in Friuli. L’unica persona a cui non era stato cosnentito di poterlo visitare era la moglie perchè teste a suo favore. Anche se per assurdo alcune affermazioni della donna, intercettate dai carabinieri del Nucleo Investigativo che hanno condotto le indagini, non hanno certo aiutato il marito. Altri della famiglia comunque lo hanno potuto visitare.


Con la morte Bruno Vidali porta con sè la risposta a molti perchè emersi dopo la sparatoria in laguna del 25 giugno dello scorso anno. E altri ne fa sorgere. Chi lo accusa e si autoaccusa del ferimento di Zennaro è uscito dal carcere a luglio. Alessandro Rizzi, appunto, ha scelto di collaborare. Ma è proprio vero che Vidali invece abbia deciso di non parlare, di non accennare minimamente anche ad una piccola collaborazione?

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