Un fossato di 100 metri anti-nomadi
Ceggia, un'altra iniziativa. Prima la barriera del sindaco, ora l’intervento dei privati nell’area ex Eridania. Un fossato di 100 metri che impedisca ai rom di passare

CEGGIA.
Ruspe in azione per scavare un fossato di 100 metri che impedisca ai rom di entrare nell’area ex Eridania.
Da ieri infatti, un fossato recinterà l’area verde dietro lo zuccherificio a ridosso di via Fossà in zona industriale a Ceggia, proprio di fronte alla sbarra anti-rom posta una ventina di giorni fa dalla giunta di centrosinistra, guidata da Massimo Beraldo, all’inizio di via Sile. Cacciati da via Sile, dopo il posizionamento della sbarra, i nomadi sono stati costretti a cercarsi qualche altro posto. E lo hanno trovato quasi subito. Poco lontano, di fronte alla sbarra, usando la stessa come stendipanni e allestendo un campo di carovane lungo via Fossà e nell’area privata dello zuccherificio, con tanto di fuochi accesi fino a tarda notte.
Risolto il problema da una parte, si ripresenta automaticamente dall’altra. Ed ecco la soluzione: un fossato lungo circa 100 metri, profondo 40 centimetri e largo un metro. Tra sbarre e fossati, la zona industriale sembra trasformata in un percorso ad ostacoli anti-rom. Ma del resto, ognuno si difende come può e si diffonde la difesa «fai da te» perché l’unica soluzione possibile al problema, per ora, si trova nell’imporre un impedimento fisico. L’area ex Eridania, di proprietà della Zeta C. e Sacofin di Bologna, è stata affidata in gestione ad uno studio tecnico, il quale ha il compito anche di salvaguardare l’area.
«Ho deciso di far scavare un fossato - spiega Annibale Marcon, responsabile della gestione del sito - per impedire l’entrata di nomadi, furgoni e macchine che ormai abitualmente andavano dentro allo zuccherificio portandosi via pezzi di rame e alluminio». Pessimista sul modo in cui si sta diffondendo l’utilizzo di barriere per risolvere il problema rom è Massimo Beraldo, sindaco di Ceggia. «In merito al fossato non ho motivo da oppormi - sostiene - ognuno nella sua proprietà è libero di fare quello che vuole. Anch’io ho preso i miei provvedimenti in merito al problema con i mezzi che avevo a disposizione, ma ribadisco che fin tanto che non ci saranno delle regole certe, senza un input chiaro proveniente dal governo, non si può affrontare il problema sicurezza. Queste sono solo soluzioni che lasciano il tempo che trovano».
Argomenti:immigrazione
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