«Fra un po’ succede un casino», l’ultima chiamata di Cristea prima dell’omicidio di Castelfranco
I difensori dei presunti assassini hanno depositato il messaggio vocale inviato la mattina dopo da un pierre del Playa Loca a un amico. Per i legali è la prova della spedizione punitiva.

«Ma cos’è successo ieri? Cristea mi ha chiamato ad una certa ora e mi fa: “Oh, vieni in Playa, vieni in Playa che fra un po’ succede un casino”. Poi mi sveglio stamattina e mi dicono che non c’è più».È questo il contenuto del messaggio vocale inviato a un amico da un pierre della discoteca “Playa Beach Club”.
Un messaggio whatsapp salvato e riversato in una chiavetta Usb che i legali dei due giovani d’origine nordafricana Badr Rouaji, 19 anni, e Taha Bennani, 22 anni, arrestati per l’omicidio di Lorenzo Cristea, 20 anni di Trebaseleghe, hanno depositato ieri negli uffici della procura.
Gli avvocati Fabio Crea, Paola Miotti e Fabio Targa ritengono quella registrazione di fondamentale importanza perché confermerebbe l’ipotesi dell’agguato, teso fuori dalla discoteca dal gruppo italo-rumeno nei confronti dei due giovani arrestati. Rouaji e Bennani hanno fin da subito sostenuto di essere stati provocati all’interno della discoteca, tanto che i buttafuori erano intervenuti per allontanare il gruppo italo-rumeno e, per questo motivo, sarebbe poi scattata la spedizione punitiva all’esterno della Baita al Lago.
«È la richiesta di un intervento che espliciterebbe la fase preparatoria di quella che sarebbe stato un'azione punitiva da parte degli amici della vittima a scapito di Rouaji e Annani», precisa l'avvocato Targa. Il messaggio vocale è stato depositato dopo che l'avvocato Fabio Crea ha "cristallizzato" le fonti di prova, identificando il ricevente e il mittente che avrebbero confermato le circostanze. «Si tratta - dice l’avvocato Crea - di un elemento che confermerebbe quanto da noi già sostenuto: la tragedia non sarebbe dovuta a un agguato da parte dei nostri clienti ma di un’aggressione violenta, caratterizzata peraltro da un’evidente sproporzione numerica tra i due gruppi».
Rouaji e Bennani hanno raccontato di aver raggiunto la discoteca di via Pagnana a Castelfranco nella notte di sabato 3 maggio scorso, assieme ad altri due amici. Questi ultimi, però, a un certo punto se ne sono andati. Le scintille tra i due giovani d’origine marocchina e il gruppo di cui faceva parte la vittima hanno avuto origine da una banale spinta a Rouaji, cui sarebbero seguite della provocazioni.
«I due gruppi - precisa l’avvocato Targa - non si conoscevano e l’origine della spinta non si sa se sia casuale o provocatoria. Bennani ha tentato di fare da paciere tra l’amico e il gruppo italo-rumeno ma ad un certo punto è andato a segnalare il fatto ai buttafuori, che hanno allontanato dal locale il gruppo più numeroso. A quel punto Rouaji e Bennani sono rimasti all’interno del locale per una ventina di minuti prima di uscire da un varco secondario. Il loro intento era quello di evitare qualsiasi altro contatto. Mentre era in discoteca, Rouaji è stato schiaffeggiato da uno dei componenti dell’altro gruppo».
Intanto, ieri pomeriggio, il medico legale Alberto Furlanetto, assieme ai consulenti della difesa, hanno visitato Rouaji e Annani in carcere per cercare riscontri della colluttazione nella notte della tragedia. A distanza di 12 giorni, dopo che la difesa Crea aveva chiesto l’accertamento, a Rouaji sono state riscontrate una contusione al gluteo compatibile con una caduta e una contusione ala mano destra. Anche su Annani è stata rilevata una contusione alla mano destra. Visitati all’ospedale, invece, i tre ragazzi del gruppo di Cristea che sono stati feriti a coltellate.
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