Tradito dal ghiaccio, precipita e muore

AGORDO. Da solo voleva salire, da solo ha trovato la morte. Leonardo Rizzo, 22 anni, residente a Mignagola di Carbonera, è morto in un incidente di montagna, probabilmente precipitando a causa del ghiaccio mentre in solitaria tentava l’ascesa del Castello di Moschesin, nel gruppo del Tamer-Pale di San Sebastiano. È la seconda vittima trevigiana in montagna in due giorni. Il corpo del giovane è stato individuato e recuperato ieri mattina dagli uomini del Soccorso alpino con l’ausilio dell’elicottero del Suem 118 di Pieve di Cadore. Il ragazzo aveva iniziato l’ascesa della cima sabato mattina, perfettamente attrezzato. Con il passare delle ore, però, non dando notizie di sè ai familiari, era scattato l’allarme. «Vi telefono ogni due ore, state tranquilli», aveva promesso ai genitori. All’una di sabato l’ultima chiamata: «Sono a circa mezz’ora dalla cima». Poi più nulla.
Ieri mattina il ritrovamento del corpo, dopo che già nella notte da Agordo erano partite le squadre del Soccorso alpino, in un canalone a circa 2.000 metri di quota. Sulle cause dell’incidente, l’ipotesi più accreditata è che il ragazzo, che calzava i ramponi, sia inciampato e scivolato sopra un salto di 50 metri, per poi rotolare 150 metri più a valle perdendo la vita all’istante. Leonardo Rizzo era partito sabato mattina verso le 10.30 dai Piani di Caleda diretto alla cima del Castello di Moschesin. Era abituato a muoversi in montagna da solo. Ai genitori, per tranquillizzarli ulteriormente, aveva lasciato la relazione dettagliata del percorso intrapreso. Sabato sera, attorno alle 19, il soccorso alpino di Agordo era stato allertato dal gestore del rifugio San Sebastiano, avvertito dai genitori in ansia per quel sinistro silenzio. Nove soccorritori avevano immediatamente iniziato a cercare l’escursionista, percorrendo i diversi sentieri nella notte. Ricerche vene, però, per tutta la serata.
Ieri mattina, non appena le condizioni di visibilità lo hanno permesso, l’eliambulanza ha caricato un soccorritore che conosce a fondo l’area e ha effettuato un sopralluogo. Sono bastati pochi minuti di volo per arrivare al triste epilogo: il corpo senza vita del giovane escursionista trevigiano è stato visto in un canale a circa 2.000 metri. Constatato il decesso del giovane, l’elicottero ha fatto scendere nel canale tre tecnici del soccorso alpino, che hanno ricomposto la salma. Ottenuto il nulla osta dalla magistratura, il corpo di Leonardo è stato portato via: recuperato con un verricello, è stato trasportato a Pian di Caleda e da lì alla cella mortuaria.
La famiglia e gli amici di Leonardo sono stati raggiunti ieri in tarda mattinata dalla terribile notizia. Forse al giovane alpinista è stato fatale un attimo di distrazione. Tradito dalla montagna che tanto amava, e che nonostante la giovane età conosceva così bene.
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