Tadao inciampa sul cubo nel tetto

Punta della Dogana, i motivi dello stop della Salvaguardia al progetto. L’assessore Rumiz difende l’opera dell’architetto: «Nessuna bocciatura, solo richieste di chiarimenti». Palazzo Grassi attende e tace
«Nessuna bocciatura da parte della Commissione di Salvaguardia per il progetto di Tadao Ando per la Punta della Dogana, ma solo una richiesta di approfondimento e di chiarimenti, del tutto ovvia data la delicatezza dell’intervento. Una richiesta alla quale il Comune, assieme ai progettisti, risponderà nei tempi più brevi, poiché riteniamo necessario si arrivi presto alla approvazione del progetto, che sollecitiamo per il più rapido avvio dei lavori». E’ questa la posizione di Ca’ Farsetti sullo stop del progetto del museo Pinault in Commissione Salvaguardia, espressa dall’assessore ai Lavori Pubblici e al Patrimonio Mara Rumiz. Una vicenda comunque imbarazzante, dopo che il progetto dell’architetto giapponese aveva già avuto il via libera dalla sovrintendente ai Beni Ambientali e Architettonici di Venezia Renata Codello e dopo che la stessa Salvaguardia - nella seduta dell’altro ieri - ha invece approvato senza problemi il restauro strutturale del complesso seicentesco del Benoni. Dal fronte francese di Palazzo Grassi, nessun commento ufficiale sul blocco al progetto, nella consapevolezza che il problema è innanzitutto veneziano, visto appunto il placet preventivo della Soprintendenza.


Da parte sua, l’assessore Rumiz, ha reso noto anche parte della risoluzione della Salvaguardia per mettere in evidenza come essa non sia un no al progetto di Tadao Ando. «La Commissione - si legge in esso - ha ritenuto, in considerazione del riuso a fini culturali del complesso monumentale, e data la particolare situazione strutturale dell’edificio, di esprimere parere favorevole agli interventi di consolidamento e di restauro strutturale (...). Data la delicatezza dell’intervento, anche in considerazione dell’importanza storica che riveste l’edificio e vista la documentazione prodotta che non permette di valutare in maniera approfondita il progetto di adeguamento funzionale e di riuso degli spazi, la Commissione ritiene di invitare l’Amministrazione comunale e il gruppo di progettazione a un ulteriore incontro finalizzato a definire tali tematiche».


Ma nel suo parere, la Salvaguardia aggiunge anche: «Si ritiene, inoltre, indispensabile acquisire, la seguente documentazione integrativa: relazione paesaggistica complessa; tavola di progetto definitivo in scala adeguata; documentazione fotografica del complesso con proiezioni visuali degli edifici monumentali circostanti, che preveda una simulazione degli interventi relativi ai lucernari e ai gruppi di condensazione previsti sulla copertura».


In particolare quest’ultima richiesta sottolinea uno dei problemi più grossi sollevati dalla Salvaguardia al progetto di Ando: il fatto che essa preveda di collocare sopra il tetto monumentale della Punta della Dogana, una sorta di grande “scatola”, alta diversi metri, dove collocare gli impianti di riscaldamento e condizionamento del museo. Una soluzione che altererebbe in modo inaccettabile il profilo della Dogana. Si chiede, pertanto, che, come per altri interventi autorizzati dalla Soprintendenza - a cominciare dal nuovo museo delle Gallerie dell’Accademia - gli impianti tecnologici siano invece interrati. Ma a lasciare perplessi sono anche altre scelte del progetto, come quella di collocare due”obelischi” di cemento armato alti circa 8 metri sul Campo della Salute, di fronte a quello che diventerà l’ingresso al museo. E, anche in questo caso, c’è chi si chiede - in Commissione - perché esso non possa essere collocato, come è sempre stato, alla Punta, evitando così una serie di demolizioni interne per creare l’area di accoglienza. Perplessità anche per le numerose porte, di circa due metri, che il progettista giapponese vorrebbe aprire nei muri della Dogana e alle quali - secondo la Commissione - si potrebbe almeno in parte rinunciare. Se dunque il progetto di Ando non è stato bocciato, ma solo bloccato per accertamenti, appare comunque difficile ritenere che possa restare così com’è dopo la presa di posizione della Salvaguardia. Cercasi, dunque, una mediazione onorevole per andare avanti.


(e.t.)

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia