La soldatessa Shiff trascina in Tribunale l’ex Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica
Il giudice di Venezia chiamato a valutare le parole del generale Leonardo Tricarico quando ha messo in dubbio in tv che le foto con i lividi rimediati durante il battesimo dell’aria fossero della giovane di Mira. I commilitoni di recente sono stati assolti

Giulia Schiff è tornata in un’aula di Tribunale, sempre come parte offesa, dopo aver accusato di diffamazione il generale dell’Aeronautica Leonardo Tricarico, ex comandante di Stato Maggiore. In due trasmissioni televisive del 2021, il militare avrebbe messo in dubbio che il corpo pieno di lividi sulle gambe e i glutei fosse davvero quello della giovane aspirante pilota.
I segni di quel violento “battesimo dell’aria” che la giovane mirese aveva subito denunciato nel 2018, all’aeroporto militare “Enrico Comani”, sede del 70° Stormo di Latina: dei giorni scorsi la sentenza di primo grado (ma ormai in scadenza di prescrizione) del Tribunale di Latina, che ha assolto dall’accusa di violenza privata gli otto commilitoni finiti sotto inchiesta, derubricando l’accusa di lesioni a quella di percosse, per la quale non si può procedere in assenza di denuncia. Così ogni accusa è caduta.
Anche il Tar e il Consiglio di Stato avevano respinto il ricorso della giovane. Che poi, delusa, si è arruolata tra le fila dell’esercito ucraino, ha guidato droni, si è innamorata di un commilitone, è diventata mamma.
Giacca e gonna nera, si è seduta lunedì 20 ottobre come testimone dell’accusa davanti alla giudice Capriuoli. Sul reverse le medaglie ottenute per le missioni in Ucraina: «Questa al coraggio perché mi sono assicurata che colleghi non restassero in un campo aperto esposti a un agguato dei russi, questa per il servizio al popolo ucraino, questo il distintivo di brigata che mi hanno dato quando ho dovuto ritirarmi per problemi alla schiena», spiega.
Tornando al processo, Schiff racconta di aver «depositato le foto dei lividi sul mio corpo nel corso del processo, non so come - tra tante mie - ce n’è anche una foto che non ritrae me, ma una collega. Dopo le dichiarazioni del generale Tricarico a “Ogni mattina” e “Ring” nel 2021, dove metteva in dubbio che i lividi fossero sul mio corpo mi sono sentita cadere il mondo addosso», racconta, «ero scioccata, sono stata aggredita sui social, insultata, mi hanno perseguitato augurandomi di morire».
Il generale Tricarico era in quiescenza, ma per Schiff «rappresentava agli occhi di tutti l’Aeronautica: mi sono sentita sola, abbandonata. L’Aeronautica Militare aveva detto che non si sarebbe schierata, invece l’aveva fatto attraverso le parole di un ex Capo di Stato maggiore. Ho avuto un periodo molto buio, non uscivo di casa: resto convinta di essere stata presa a pugni e frustate - durante quel “battesimo del volo” - perché ero una donna. Ho dovuto quasi morire in Ucraina per uscirne in pace».
Parole pesanti, contrastate dall’avvocato della difesa, che ha voluto ricordare quelle dei giudici amministrativi che hanno detto che la giovane era stata espulsa per inosservanza alle regole. In una prima fase, il pubblico ministero aveva chiuso l’inchiesta con un decreto penale, che condannava il generale a 700 euro. Decreto impugnato dal militare, che vuole difendersi in aula: prossima udienza sarà lui a testimoniare, il 1 giugno.
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