Schianto in barchino, muore a 19 anni

Gravissimo incidente l'altra notte dopo l'1,30 all'inizio del canale del Lazzaretto, all'altezza dell'isola di San Lazzaro tra Venezia e il Lido. Quattro amici a bordo, urto violento contro la bricola: Andrea non ce la fa
VENEZIA. Aveva da poco compiuto 19 anni e la notte scorsa è morto finendo in barca contro la «dama» che indica l'inizio del canale del Lazzaretto, all'altezza dell'isola di San Lazzaro. Andrea Cristante è finito in acqua, è stato soccorso dagli amici che erano con lui, ma i medici hanno potuto fare poco: aveva subito un gravissimo trauma cranico e mezz'ora dopo l'incidente è deceduto. Il pubblico ministero Rita Ugolini disporrà domani l'autopsia per stabilire con certezza la causa della morte e il ventenne venziano che conduceva il barchino finirà sotto inchiesta.


Andrea, che abitava con i genitori e i fratelli a due passi da campo Sant'Aponal, era assieme ad altri sette amici, si erano divisi su due barchini. Con lui, su un Open con un potente motore da 90 cavalli, c'era l'amico che lo guidava e due ragazze, tutti ventenni. Partiti dal centro storico intorno all'1,30, volevano raggiungere il Lido e per fare prima - probabilmente sarebbero dovuti entrare nel canale che porta al Casinò e all'Excelsior - hanno tagliato il bacino San Marco e hanno imboccato il canale che passa dietro l'isola di San Lazzaro, meglio conosciuta come quella degli Armeni.


Ad indicare l'inizio di ogni canale c'è quello che i veneziani chiamano bricolon de testa, tre grossi tronchi legati tra loro che dovrebbero avere in cima una luce proprio per indicare la via giusta. Quella di San Lazzaro non è illuminata, altrimenti il ragazzo che conduceva l'Open l'avrebbe vista certamente prima di arrivarci sotto. Probabilmente correva più di quello che è concesso in quel tratto di canale e al buio non ha notato la grossa bricola se non all'ultimo momento. Forse ha fatto in tempo a cambiare leggermente rotta per evitarla o comunque per evitare l'impatto con la prua, ma la fiancata sinistra (che è rimasta completamente distrutta) è piombata sulla bricola.


I due ragazzi e le due ragazze sono stati sbalzati in acqua, ma mentre gli altri tre hanno riportato soltanto qualche graffio, Andrea Cristante, che era seduto proprio accanto a chi guidava dunque a sinistra del motore, ha sbattuto violentemente la testa contro la bricola. Pochi attimi dopo, sono giunti sullo stesso luogo gli altri quattro amici a bordo del secondo barchino e si sono accorti di quello che era accaduto: hanno fatto salire i naufraghi in barca e si sono diretti vero l'ospedale Santi Giovanni e Paolo perchè si sono accorti che Andrea aveva perso conoscenza e sanguinava abbondantemente a causa di una ferita alla testa.


Durante il tragitto hanno avvertito il 118, che a sua volta ha avvisato i vigili del fuoco e i carabinieri. E toccherà proprio ai militari del Nucleo natanti ricostruire la dinamica dell'incidente. Appurato che la «dama» non è illuminata, i carabinieri hanno già sentito i quattro giovani che seguivano il barchino naufragato: «Li seguivamo a un centinaio di metri ed era buio, non abbiamo visto il momento dell'impatto» avrebbero raccontato, ma la velocità alla quale correva l'Open era piuttosto sostenuta.


Non è escluso che il ragazzo che lo conduceva avesse visto la «dama», ma che un'onda provocata dalla velocità di un mezzo di grande stazza abbia spinto con forza il barchino contro la bricola. Toccherà al conducente e alle due ragazze che erano assieme ad Andrea spiegare esattamente come è andata. Ma sicuramente il primo sarà costretto a scegliere un avvocato difensore perchè già da lunedì, quando verrà nominato il medico legale per l'autospia, si troverà iscritto sul registro degli indagati. I due reati contestati dal pm Ugolini saranno quelli di omicidio colposo e di naufragio, il barchino, infatti, dopo l'impatto è finito sott'acqua ed è stato recuperato ieri mattina e posto sotto sequestro.

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