San Donà, "Ciao Cobra, ci mancherai"
Sono centinaia i messaggi d'affetto inviati sulla pagina di Facebook di Luca Furlan, il 17enne di Musile che mercoledì notte ha deciso di farla finita gettandosi nel Piave. A decine pubblicano foto di viaggi, momenti felici, ricordano i piccoli gesti di Luca. Ma soprattutto gli giurano che non lo dimenticheranno mai, come lui ha chiesto sul suo sito di Facebook

SAN DONA’.
«Ciao Cobra, mancherai a me e a tutti e te lo prometto, noi che eravamo con te e che abbiamo sofferto per te non ti dimenticheremo mai. Ti vogliamo bene, ci si vede più avanti». E’ impossibile leggere la pagina di Facebook di Luca Furlan, senza provare una stretta al cuore che fa chiudere la gola. Per lui come per tanti, il suo faccia-libro era lo specchio di una piccola, infinitesimale parte dei sentimenti che non riusciva ad esprimere, un diario dell’anima. Su Fb sono impresse, come orme lasciate sul bagnasciuga, le sensazioni del 17enne, prima che decidesse di abbracciare la morte.
«L’amore è cieco...ma la follia lo accompagna sempre...» aveva «postato» martedì. L’ultimo messaggio, è di mercoledì alle 20.48. Poi il salto nel buio. «Sono stanco di tutto, non mi fido di nessuno, ci sono troppo dentro. Non dimenticatemi». Lo ha scritto in stampatello, in grande. Qualcuno gli ha risposto quasi subito, mezz’ora dopo, un’ora.
«Luca non mi fare incazzare, guarda che chiamo Chuck Norris, scrivi qualcosa». Messaggi di amici, insegnanti. Ma Luca, dietro al Pc, non c’era già più. Anche il giorno dopo, giovedì, quando la notizia si è sparsa, in tanti lo cercano, lo chiamano: post pieni di punti di domanda. «Batti un colpo», «fatti sentire», «ti prego, dimmi che si sei».
Amici e compagni di classe sperano che da un momento all’altro Luca ricompaia in chat, citi il suo eroe, il mitico Chuck Norris, faccia qualche battuta. Ma non c’è nulla da fare, perché quello di mercoledì ore 20.48, rimarrà l’ultimo post del «Cobra». Ieri, dopo la notizia del ritrovamento del corpo, la speranza lascia spazio al dolore e la bacheca virtuale di Luca diventa un libro. Centinaia le persone che raccontano lo smarrimento, la rabbia, la frustrazione. La maggior parte lo saluta con il sorriso sulle labbra. A decine pubblicano foto di viaggi, momenti felici, ricordano i piccoli gesti di Luca: le monetine per il bar, le sigarette che regalava agli amici, i sogni, le feste di compleanno, ma soprattutto gli giurano che non lo dimenticheranno mai, come lui ha chiesto.
«Sii come il mare, che infrangendosi contro le rocce, trova sempre la forza di riprovarci», è questa la sua frase preferita, impostata di default nella pagina di Fb. C’è chi gli dà l’addio con una immagine delle bevute jesolane estive, come Federica. Riccardo lascia una canzone dei Pink Floyd, «Wish you were here», qualcuno disegna un cuore. «Ci rivedremo più avanti, ci mancherai». «Ti prometto che quando ci ritroveremo - scrive un amico - avremo tutto il tempo che vorrai per conoscerci meglio». «Spero che sarai felice, dovunque tu sia». «Un giorno torneremo a raccontarcela - posta Matteo - Fino a quel momento stai tranquillo: «you’ll never walk alone». Non camminerai mai solo.
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