Ponte Morandi, l’ex sindaco di Venezia Costa in aula: «Seppi dell'esistenza del manufatto dopo il crollo»

L’ex ministro citato al processo a Genova come testimone della difesa. Era presidente di Spea, la controllata che si occupava della sorveglianza: «Non avevo conoscenze tecniche del manufatto, fu una sorpresa drammatica»

Paolo Costa, ex ministro ed ex sindaco di Venezia
Paolo Costa, ex ministro ed ex sindaco di Venezia

«Ho scoperto l'esistenza del ponte Morandi un quarto d'ora dopo il crollo. Ero a un funerale di un amico a Venezia. Fu una sorpresa drammatica». A dirlo è stato l'ex ministro del Lavori pubblici del primo governo Prodi Paolo Costa, già sindaco di Venezia, sentito lunedì 22 gennaio al processo per la tragedia del 14 agosto 2018 (43 vittime) a Genova. Costa è stato anche presidente di Spea, la controllata che si occupava della sorveglianza.

«Non avevo alcuna conoscenza tecnica del ponte. Ho letto le carte dopo. Quel giorno mi sono messo dalla parte di chi ha subito quella tragedia. Bisogna piangere con loro. Sì è parlato del retrofitting (il rinforzo delle pile 9 e 10, ndr). Se fosse partito sei mesi prima, staremmo a raccontare una storia diversa», ha detto l’ex ministro.

Costa, chiamato come testimone dalla difesa dell'ex ad Giovanni Castellucci, ha ripercorso l'iter della privatizzazione del mercato autostradale e del suo ingresso in Spea, avvenuto nel 2011. Castellucci è tornato in aula dopo settimane. «Il mio compito in Spea», ha detto Costa, «era quello di accreditarla all'estero. Tutto all'interno funzionava e andava bene. La reputazione nazionale ci vedeva tra i primi e all'estero ci accolsero bene».

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