Più telecamere e agenti: ecco il protocollo Anci-Viminale

Previsto l’impiego di fototrappole per la sicurezza urbana: nasce il tavolo tecnico. Conte: «L’obiettivo è quello di tenere alto il livello di sicurezza dei Comuni veneti»

Enrico Ferro
L’installazione di nuove telecamere è al centro del protocollo di Anci, prefetture e Viminale per il controllo del territorio
L’installazione di nuove telecamere è al centro del protocollo di Anci, prefetture e Viminale per il controllo del territorio

L’Anci nazionale scrive al ministro Piantedosi lamentando il disagio dovuto a città sempre più insicure, che le forze dell’ordine con gli organici all’osso non riescono più a presidiare. Ci sono le bande di ladri, le baby gang scatenate, c’è lo spaccio e poi il solito degrado urbano. I sindaci italiani sollecitano più soldi e più agenti da schierare, soprattutto «nelle aree più difficili».

Al governo dei decreti sicurezza i Comuni chiedono un confronto sulle problematiche relative alla sicurezza urbana. La lettera, firmata dal presidente Gaetano Manfredi, è stata protocollata il 3 luglio scorso al Viminale.

Dal Veneto un’istanza molto simile era già partita mesi fa, al punto che ora è già stato predisposto un protocollo firmato da Anci regionale, Prefettura di Venezia e Ministero dell’Interno.

«L’obiettivo è quello di tenere alto il livello di sicurezza dei Comuni veneti», annuncia con fermezza Mario Conte, sindaco di Treviso e rappresentante dei sindaci della regione. «I cittadini vogliono sentirsi sicuri a casa loro. La sinergia tra Comuni, prefetti e forze dell’ordine è fondamentale».

Il protocollo prevede “forme sinergiche di collaborazione tra le parti coinvolte, al fine di promuovere azioni integrate in materia di sicurezza pubblica, con riferimento al progetto specifico della videosorveglianza delle aree comunali”. Le parole chiave sono controllo del territorio, prevenzione, tutela dell’ordine pubblico e della quiete dei cittadini.

«I Comuni mettono a disposizione le polizie locali ma, al contempo, vogliamo investire in videocamere e chiedere un maggiore presidio del territorio».

Nel documento le parti si impegnano reciprocamente al potenziamento dei sistemi di videosorveglianza, anche di tipo mobile, da installare nelle aree del territorio più soggette a problemi di sicurezza.

Per sorveglianza di tipo mobile si intendono le fototrappole, dispositivi di videosorveglianza che possono essere utilizzati per la sicurezza urbana, in particolare per contrastare l’abbandono di rifiuti, atti vandalici e altre attività illecite. Sono utili per monitorare zone a rischio e raccogliere prove.

Tecnicamente sono telecamere nascoste che scattano foto o registrano video quando rilevano un movimento. Sono dotate di sensori a infrarossi per operare anche di notte e possono essere alimentate a batteria o con pannelli solari. Alcuni modelli avanzati possono inviare dati in tempo reale o archiviarli su cloud.

«Ci sono bande di ladri ma anche di persone che favoriscono il degrado» continua Conte. «Succede a Treviso ma anche a Padova, Verona, Vicenza, Venezia, Belluno e Rovigo. Il fenomeno è globale e lo vogliamo contrastare con tutte le risorse disponibili».

Il protocollo, che avrà la durata di tre anni (ma ovviamente potrà poi essere rinnovato) prevede anche l’istituzione di un tavolo tecnico “composto da due rappresentanti per ciascun soggetto firmatario”. Anci, Prefetture e Ministero si impegnano a mettere a disposizione, secondo quanto stabilito da questo tavolo tecnico, “idonee risorse finanziarie, umane e strumentali”.

«Vogliamo tutti la stessa cosa: un Veneto sempre più sicuro», dice sicuro Conte. «Il Ministero ci ha assicurato massima collaborazione, attraverso le sue articolazioni sul territorio, come la Prefettura di Venezia che fa da collettore per tutte quelle del Veneto».

L’impiego consistente dei sistemi di videosorveglianza va di pari passo con la richiesta di aumento degli organici delle forze d’ordine.

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