"Passeremo i monumenti ai raggi X"
Sarà subito messa in sicurezza la facciata sul rio della Canonica fortemente a rischio. Cacciari e la Soprintendente: «Serve una campagna di verifiche»
«Un incidente a questo mondo accade a prescindere da tutte le cure e attenzioni possibili. Ma questo è stato un campanello d'allarme, che impone adesso una campagna di verifiche, sondaggi e accertamenti anche nelle parti non visibili dei monumenti». Un pezzo di marmo da 50 chili caduto da un cornicione di palazzo Ducale. Un turista ferito, una bambina sfiorata dal blocco di pietra d'Istria. E di colpo i riflettori che si riaccendono sulla necessità di «manutenzione continua» per le pietre e gli edifici che in qualche caso - come palazzo Ducale - hanno quasi otto secoli di vita. Il sindaco Cacciari ha illustrato ieri a Ca' Farsetti con la soprintendente Codello, il Direttore dei Musei Giandomenico Romanelli e l'assessore ai Lavori pubblici Mara Rumiz la prossima strategia di intervento.
I cantieri.
Monumenti passati ai raggi X, monitoraggi continui. E due cantieri che saranno aperti nei prossimi giorni, finanziati con i 500 mila euro del ministero dei Beni culturali e del Comune. Si dovrà «mettere in sicurezza» la facciata sul rio della Canonica, l'unica mai restaurata che che presenta evidenti rischi di crollo. E poi sperimentare sulla facciata del Molo l'uso di nuove tecniche di indagine. Nei prossimi giorni partiranno anche i restauri delle facciate interne del palazzo e della chiesa rinascimentale sul cortile dei senatori, mentre stanno per essere conclusi i lavori sulla Scala d'Oro e sulle volte delle arcate.
Le cause.
Il crollo di sabato è stato provocato dal deterioramento di una staffa in ferro originale all'interno della muratura. «Il ferro è come il legno», ha spiegato ieri la soprintendente Renata Codello, «che finché sta in acqua può durare secoli, ma una volta esposto agli agenti atmosferici marcisce in poco tempo. Così la staffa di sostegno, insidiata dall'umidità e dalla ruggine, ha ceduto di colpo». Si poteva prevenire? «I restauri che si sono conclusi nel 2003», ha spiegato la soprintendente, «sono stati molto rigorosi e di alta qualità. Per controllare anche questi elementi interni si sarebbe dovuta smontare tutta la facciata. Impossibile, in mancanza di segnali di crisi». Adesso che il segnale è arrivato, Comune e Soprintendenza hanno deciso di avviare un monitoraggio con tecniche d'avanguardia. Sensori e infrarossi per indagare lo stato di salute delle strutture portanti.
Le navi.
Quanto hanno contato le vibrazioni delle grandi navi e dei botti dei fuochi d'artificio? «Sarebbe fuori da ogni logica che le vibrazioni di luglio fossero causa scatenante di un evento a fine settembre», risponde la soprintendente, «quanto alle navi non vi è una connessione diretta. L'episodio dell'altro giorno non è stato l'effetto di vibrazioni. L'arcata era sana. le cause del cedimento sono state subito individuate nella ruggine e nel ferro deteriorato dall'umidità».
La rete di ferro.
Nella grande «Fabbrica» di palazzo Ducale la rete di perni, tiranti, staffe in ferro in gran parte risalenti all'epoca medievale - ma anche ai lunghi restauri di fine Ottocento - è molto sviluppata. «Le due facciate del palazzo hanno una superficie di 4 mila quadri», dice Codello, «e sono complessivamente in buono stato».
Le risorse.
«Abbiamo in programma un'opera di monitoraggio anche per altri monumenti della città», ha spiegato l'assessore ai Lavori pubblici Mara Rumiz, «ma per far questo occorrono risorse continue e certe dallo Stato». Intanto in Lista di Spagna si è finalmente sbloccato il restauro di un arco lesionato dal terremoto del 1976. Un contenzioso infinito sulla proprietà che aveva tenuto ferma l'impalcatura per oltre trent'anni.
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