Palazzo Ducale, scontro su «party selvaggio»

Tre giorni di festa per Vervoort. «Sequestrati» pure Pescherie e Magazzini del Sale. Via libera all'autore della mostra di Palazzo Fortuny. Ma chi decide?
Venezia ai piedi di Axel Vervoort, il ricchissimo antiquario e collezionista belga che ha portato una selezione di alcune delle sue opere più importanti, tra archeologia, pittura e scultura, a Palazzo Fortuny - all'interno della mostra Artempo, inaugurata nel periodo della Biennale - sobbarcandosi anche i costi del riallestimento e del parziale restauro di alcuni ambienti di quella che fu la casa di Mariano Fortuny. Per sdebitarsi e anche per raccogliere nuovi fondi per il restauro del Fortuny, il Comune e i Musei civici gli hanno messo a disposizione la scorsa settimana per tre giorni alcuni degli spazi più esclusivi della città. A Palazzo Ducale - sotto la regia del famoso regista teatrale Robert Carsen e a cura della K-Events del veneziano Msrco Balich, che ha curato anche il lancio della nuova Fiat 500 - cocktail nella Loggia e cena di gala per 500 persone sotto il tema Contemporary Doge, con 250 camerieri in costume e ogni portata “rinascimentale” coreogradata su misiche di Monteverdi. La sera dopo, via ai Magazzini del Sale in attesa di riuso, con cena”bianca” e festa sotto la luna oiena, con luci incassate in cristalli e mucchi di sale e Dj a disposizione.


La carica dei 500 si è poi spostata per l'ultima festa alle Pescherie di Rialto, il giorno dopo, per un “brunch” dove tra banchi di frutta e verdura in stile rinascimentale, venivano acquistati gli oggetti prodotti per l'evento. Nobile il fine dell'iniziativa - il restauro del Fortuny - ma a far discutere è l'uso ormai assolutamente discrezionale degli spazi monumentali e in particolare di Palazzo Ducale - il cui uso dovrebbe essere regolato da un Comitato di settore in cui siedono anche i due soprintendenti veneziani - e che ormai ospita di tutto, dalle convention aziendali alla festa del re della vodka - come nel marzo scorso - al ricevimento di Vervoort. A decidere, dunque, resta solo il direttore di Palazzo Ducale e direttore dei Musei Civici Giandomenico Romanelli. «Sono stato nominato nel Comitato un anno e mezzo fa - spiega uno dei membri, l'architetto Cristiano Gasparetto - ma non si è mai riunito e per questo sto pensando di dare le dimissioni, perché non so a che serva e cosa ci sto a fare».


Critico anche il segretario della Filcams Cgil di Venezia Andrea Brignoli, che segue i lavoratori del settore museale. «Mi sembra ci si trovi di fronte - spiega -a un uso improprio e poco trasparente dei musei cittadini, quando i problemi della loro gestione sono ben altri». Difende invece la scelta l'assessore alla Produzione Culturale Luana Zanella: «L'uso degli spazi museali della città si fa a ragion veduta e Axel Vervoort, con una mostra straordinaria come Artempo ha fatto un grande regalo alla città, che potrà diventare ancora più significativo con la nascita dell'Associazione Amici di Palazzo Fortuny, di cui egli sarà uno dei protagonisti e che si occuperà anche del restauro del museo. Sarebbe insensato perdere un'occasione come questa e l'uso di spazi come il Ducale per iniziative di questa rilevanza mi sembra pienamente giustificato».

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