Padova: la Chiesa dei poveri sfida Bitonci

PADOVA. La linea dura del sindaco leghista Massimo Bitonci contro l’accattonaggio (multe salate sia ai mendicanti che a chi fa loro l’elemosina, con sequestro della somma) si scontra con l’opposizione della Chiesa di Padova, decisa a difendere «la dignità e i diritti dei poveri». Così, in serata, la tradizionale “Cena per tutti” ha assunto il tenore di una scelta di campo, sancita dalla presenza del vescovo Antonio Mattiazzo. Applausi per lui e per don Luigi Ciotti, ospite d’onore, fischi per l’assessore bitonciano Alessandra Brunetti e almeno duemila persone ad animare la Cena solidale piazza dei Frutti. Il vescovo, negli anni scorsi, non aveva partecipato alla cena. Ma stavolta ha voluto dare un segno: « «Spero portiate in questa città lo spirito della pace, avete fatto molto con questa cena. Il non aprirsi porta paura», ha detto Mattiazzo prima di sedersi accanto ai commensali.
«Il cibo diventi strumento di liberazione e di libertà assieme ai diritti che tutti i cittadini devono avere. Chi è povero non è libero, chi ha perso il lavoro neppure, chi arriva con i barconi in Sicilia nemmeno»: le parole di don Luigi Ciotti, l’instancabile animatore di Libera, hanno fatto vibrare le coscienze dei presenti che hanno stipato piazza dei Frutti per la Cena gratis per tutti del coordinamento «A Braccia aperte». Un evento che si ripete per il settimo anno e che, grazie alle molte associazioni coinvolte ha avuto un grande successo. La serata si era aperta con don Albino Bizzotto dei Beati costruttori di pace, promotori dell’iniziativa, che aveva offerto la sedia sotto il palco all’assessore Alessandra Brunetti con una battuta - «Si sieda che qua le careghe son poche» - ringraziandola per la sua presenza: non è bastato a risparmiarle una bordata di fischi appena, dal palco, ha portato i saluti del sindaco Bitonci.
«Purtroppo è un clima che si respira ovunque, è facile prendersela contro chi ha meno», ha commentato don Ciotti «e invece questo non è un problema, la diversità è una grande ricchezza. Padova è una città meravigliosa, ha una grande storia alle spalle. Io per questo credo in tutti e scommetto in tutte le persone di buona volontà». E ancora: «Oggi c’è una mafiosità diffusa più grande che in passato. È la violenza dei colletti bianchi, dell’anonimato del denaro che produce altro denaro e uccide il lavoro onesto. Per questo in questo periodo le mafie sono moto più forti di prima». Il prefetto Patrizia Impresa ha ringraziato il sacerdote per l’impulso dato per affrontare con coraggio le difficoltà legate al disagio che la quotidianità porta a volte a smarrire. Don Ciotti, al quale è stata rafforzata la scorta dopo le recenti minaccie di morte del boss Totò Riina, ha concluso snocciolando alcune cifre: 4.000 suicidi in Italia nel 2013, in aumento fino ad ora del 12% anche per la crisi, 3 miliardi di sprechi alimentari solo nel nostro Paese dove ci sono ben 6 milioni di analfabeti. Cinque milioni le famiglie che vivono in povertà, gli ultra 65enni indigenti sfiorano il milione.
Carlo Bellotto
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