"Nessuno ha detto un grazie"

L'indifferenza dei bagnanti e il dolore dei parenti di Dragan. Solo una coppia di Vittorio Veneto è stata vicina ai parenti del ragazzo annegato: "Un comportamento inaccettabile"
«Ci siamo vergognati di essere italiani quando abbiamo visto i genitori dei bimbi di Roncade salvati dall'annegamento andarsene senza neppure avvicinarsi a ringraziare e confortare i familiari dell'annegato». Raccontano la scena con indignazione marito e moglie di Vittorio Veneto rimasti vicini a confortare per tutto il tempo delle ricerchela famiglia dell'annegato. Lei, di origine croata, ha fatto da interprete per aiutare la sorella e il cognato di Dragan Cigan a farsi capire con gli agenti del commissariato, i sommozzatori e la capitaneria di porto.

«Ci ha fatto molta rabbia vedere i due genitori allontanarsi come se nulla fosse successo - raccontano i due testimoni -. Perché tornassero indietro li ha dovuti fermare la polizia intervenuta sul posto ed anche in quella circostanza neppure una parola di conforto o un gesto di approvazione per chi gli aveva salvato i figli. Non credevamo ai nostri occhi. Pareva che non si rendessero conto della situazione. Come minimo avrebbero dovuto dimostrare un po' riconoscenza verso chi è intervenuto in soccorso dei loro due bambini che stavano rischiando la vita. Non ci sono parole per descrivere un tale comportamento».

Sono ancora tutti visibilmente scossi e colmi di dolore i familiari dello scomparso, testimoni dell'accaduto. «Dragan si è tuffato pur non sapendo nuotare - racconta tra le lacrime il cognato, Regojevic Sveto - e lo ha fatto per la sua enorme generosità e altruismo. Lui era fatto così. Quando qualcuno aveva bisogno correva. Appena ha sentito i bimbi che gridavano aiuto ha detto a mio figlio di avvertirmi che avrebbe tentato di salvarli. Non ci ha pensato un attimo. Forse gli sono venuti in mente i suoi due figli lasciati in Bosnia, anche loro un maschio e una femmina. Probabilmente era convinto di farcela credendo di toccare il fondale nel punto dove ha strappato la bambina dalle onde». «Tutto è accaduto in pochi attimi - continua il cognato - abbiamo solo fatto a tempo a scorgere il gruppo di gente che assisteva. È stato visto che con grande difficoltà spingeva la bambina di 10 anni fra le braccia del giovane marocchino che lo ha aiutato dagli scogli a sollevarla in secca fino al momento che una forte ondata lo ha inghiottito portandolo via per sempre. La spiaggia era piena di gente a quell'ora ma nessuno si è tuffato per cercare di aiutarlo. Tutti sono rimasti immobili a guardare la scena e lui ora non c'è più. Era un ragazzo forte. Deve essere stato sbalzato contro gli scogli per non essere più riuscito a risalire a riva».

Il cognato continua a toccare la foto nella patente del giovane padre di famiglia annegato. Due occhi scuri e uno sguardo fiero da bravo ragazzo. «Purtroppo siamo arrivati troppo tardi - raccontano marito e moglie di Vittorio Veneto - se fossimo stati presenti nei momenti cruciali quando è scomparso fra le onde ci saremmo buttati noi stessi in mare come se fosse uno della nostra famiglia. Purtroppo non abbiamo potuto fare nulla perché in quel momento eravamo lontani dal punto dove è accaduto alla foce del Piave. È inammissibile che persone che lavorano nel nostro paese siano trattate per ignoranza o per chissà quale altro motivo come se non fossero degni di compassione e conforto. Per almeno un'ora i familiari dell'annegato sono rimasti da soli a guardare il mare senza che nessuno si avvicinasse. Se fosse stato italiano non sarebbe andata a finire così».

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