Morto in moto come il fratello, la madre: «Stiamo vivendo un incubo»
Michele Brugnaro aveva travolto un ciclista a Resana. Ferita gravemente anche la compagna

L’incidente in cui è morto Michele Brugnaro, a soli 31 anni, risale al pomeriggio del 2 novembre 2024.Ora la famiglia Brugnaro piange anche la morte del fratello Andrea, 47 anni, deceduto anche lui in un incidente in moto sabato 9 agosto.
L’incidente di Michele
L’incidente in cui è morto Micheleè accaduto a Resana, in provincia di Treviso, al confine con Loreggia. Michele e la sua compagna, la 27enne Amalia Mihali che era con lui sull’Aprilia rossa dell’uomo, percorrevano la strada che dal centro di Resana porta a Loreggia quando Michele si è trovato davanti un anziano in bicicletta che stava attraversando. Il ciclista sarebbe sbucato improvvisamente dalla laterale via Coriolo.
Il motociclista non è riuscito a evitarlo o a frenare. Nessun segno è stato trovato sull’asfalto. L’impatto è stato violentissimo e a rimetterci la vita è stato proprio Michele. Non è stato possibile salvarlo nonostante l’immediato intervento dei soccorsi. Feriti in maniera grave sia la compagna che il ciclista, il 75enne Piergiorgio Soffiato di Noale. Entrambi sono stati portati all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso.
Fra i primi ad accorrere era stato il sindaco Stefano Bosa. Si trovava in strada: ha sentito il rumore sordo dell’impatto e ha chiamato i soccorsi. Dalla ricostruzione sembra che a causare l’incidente sia stato proprio il ciclista; avrebbe attraversato fuori dalle strisce pedonali. Michele, dopo aver abitato a Castelfranco Veneto, si era trasferito da dieci mesi a Loreggia. Un dolore tremendo per i genitori, che oggi rivivono un altro dramma.
Il dolore della famiglia
La sindaca Manuela Marangon, insieme all’assessore Stefano Pierobon, domenica è andata a portare il cordoglio della comunità ai genitori, alla moglie e ai figli. «Non ci sono parole in questi momenti, solo presenza e silenzio. La madre è riuscita solo a dire che le sembra di essere in un incubo». —
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia