Donna padovana morta nel Vicentino, c’è l’ipotesi dell’aggressione

I primi risultati dell’autopsia sul corpo di Diana Canevarolo, 49 anni, trovata in una pozza di sangue nel giardino della sua casa a Torri di Quartesolo e deceduta dopo alcuni giorni di agonia. Si allontana l’ipotesi di una caduta accidentale

Il luogo della tragedia a Torri di Quartesolo e nel riquadro la vittima Diana Canevarolo
Il luogo della tragedia a Torri di Quartesolo e nel riquadro la vittima Diana Canevarolo

È durata oltre 6 ore l'autopsia, effettuata mercoledì 10 dicembre all'ospedale di Vicenza, e conclusa verso le 16, sul corpo di Diana Canevarolo, la donna di 49 anni originaria di Vo’ trovata in fin di vita, in una pozza di sangue, nel cortile della sua casa, a Torri di Quartesolo (Vicenza) all'alba del 4 dicembre, e poi deceduta dopo alcuni giorni di agonia, nel reparto di rianimazione del San Bortolo.

Secondo le prime indiscrezioni, confermate anche dal legale del marito e del figlio della vittima, sembrerebbe da escludere l'ipotesi di una caduta accidentale.

Sul corpo della donna sarebbero state trovate delle ferite, in particolare una sulla parte sinistra del cranio. Quanto avvenuto continua a rimanere un giallo, ma non è escluso che già nelle prossime ore, probabilmente venerdì, la Procura del capoluogo berico possa aprire un fascicolo per omicidio contro ignoti. L'indagine rimane aperta a 360 gradi, ma dopo l'autopsia potrebbe ora indirizzarsi verso l'ipotesi di un'aggressione violenta e quindi di un delitto.

Nicolò, figlio di Diana Canevarolo, ha ricordato nei giorni scorsi in un'intervista alla Rai i momenti del ritrovamento del corpo. «Era completamente sdraiata verso l'alto, dritta», ha detto, «io ho fatto primo soccorso e ho tentato un massaggio cardiaco e ho controllato il respiro ma non c'erano reazioni, abbiamo chiamato l'ambulanza. Mi sono svegliato alle 6. 02, ho visto l'ora sul telefono, mio padre si è svegliato verso le 5 per andare al lavoro e l'ha trovata verso le 5. 30, dopo che aveva visto la porta spalancata. Secondo noi era uscita verso le 2, di solito fuma qualche sigaretta prima di andare a letto, vede i social, non so se aveva il cellulare quella sera, l'abbiamo trovato sopra il tavolo. Qualche tempo fa aveva notato dei ladri che si erano introdotti nel cortile e vedendola si erano allontanati».

Vincenzo Arena, compagno di Diana Canevarolo ha a sua volta raccontato la tragedia: «Stiamo vivendo un incubo», ha detto a Canale 5, «tutti quanti l'amavano. Come può essere che ci fosse del sangue vicino alla panchina e poi lei a un metro e mezzo più avanti?».

La fiaccolata

Intanto per giovedì 18 dicembre è stata organizzata una fiaccolata per Diana nel suo paese d’origine Vo’: appuntamento alle 19 in piazza Liberazione. «Sarà un’occasione per stringerci come comunità e condividere un pensiero di vicinanza alla famiglia».

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