Mestre, salvata ragazza cinese costretta a prostituirsi

I carabinieri hanno scoperto una casa d'appuntamenti gestita da cinesi in via Dante e hanno arrestato la maîtresse
Nuova casa d'appuntamenti gestita da cinesi scoperta in centro. Questa volta i carabinieri hanno individuato il «bordello» all'angolo tra via Dante e via Petrarca. Arrestata la maîtresse e liberata la giovane cinese costretta a prostituirsi. Controllati, durante l'operazione, una decina di clienti quasi tutti italiani, che nel giro di poche ore erano entrati per consumare.


Da tempo erano giunte segnalazioni ai carabinieri di un notevole via-vai di uomini e di ragazze cinesi che entravano in una palazzina nei pressi di piazzale Leonardo Da Vinci. Consultati alcune inserzioni su giornalini locali i militari hanno capito che si trattava di un «centro massaggi orientali». Figuriamoci che genere di massaggi venivano offerti. L'altro pomeriggio si sono appostati per controllare. Praticamente c'era la fila di clienti in cerca di massaggi. Questi, parcheggiata l'auto nel vicino piazzale, prendevano accordi telefonici con chi gestiva il «centro» e poi entravano. Uno dei clienti, confidando sulle sue capacità amatorie, aveva pagato il parcheggio auto per due ore, salvo poi uscire dall'appartamento appena dopo 10 minuti. Gli investigatori hanno fermato ogni cliente subito dopo l'uscita per capire se all'interno dell'appartamento vi fosse un giro di prostitute. Al quarto cliente i militari hanno fatto irruzione. Dentro hanno trovato una 46enne cinese seduta in cucina con una mazzetta di soldi, uno scatolone di preservativi e un telefono, e nella camera da letto una giovane cinese con un cliente che alla vista dei militari, benché completamente nudo, ha cercato di spiegare che era entrato per chiedere solo informazioni su un semplice massaggio. In base a quanto dichiarato dai clienti e dalla ragazza è emerso chiaro che la 46enne sfruttava la giovane. Alla fine S.F. è stata arrestata.


All'interno dell'appartamento sono stati sequestrati circa 200 euro (le prestazioni avevano un prezzo variabile e trattabile, a seconda del cliente, tra i 30 e i 70 euro), diversi preservativi e un taccuino su cui erano tradotti dal cinese all'italiano tutti i termini utili per descrivere parti anatomiche maschili, femminili e termini del gergo amoroso. La ragazza, alla quale non era permesso uscire, è stata affidata ai servizi sociali del Comune.

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia