“Mazzetta” da 60 mila euro tra le scale
Il contante fatto trovare dall’ex direttore delle Entrate Esposito. Cattolica: la “strana” assunzione dell’ex ad Mazzucchelli

Interporess/Mazzega Venezia, 16.06.2017.-Procura della repubblica, 16 arresti per corruzione.- nella foto da sx il Gen. Antonino Maggiore, il Proc. Bruno Cherchi, il Col Campana ed il Gen. Reda
VENEZIA. Sessantamila euro di mazzette nascosti nel corrimano della scala a chiocciola. Rotoli di contanti che gli investigatori della Guardia di Finanza hanno trovato in una casa nelle disponibilità di Massimo Esposito, l’ex direttore provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Venezia finito nell’inchiesta sulla corruzione al Fisco e attualmente ancora in carcere. È stato lo stesso Esposito (difeso dall’avvocato Fabio Pinelli), nel corso dell’interrogatorio di lunedì 3 luglio davanti ai pm Stefano Ancilotto e Stefano Buccini, a dare le indicazioni su dove trovare i soldi, dopo aver deciso di collaborare con gli inquirenti e chiarire la propria posizione. Con un decreto di perquisizione della Procura è scattato il sopralluogo nella casa indicata da Esposito. Il corrimano in alluminio della scala a chiocciola è stato smontato – operazione che si è rivelata più difficile del previsto – per far uscire i rotoli di contanti, proprio come aveva detto l’ex direttore dell’Agenzia. Il denaro sarebbe arrivato da un imprenditore, di certo è di provenienza illecita.
Esposito è finito nell’inchiesta della Procura veneziana con l’accusa di aver percepito 90mila euro dall’imprenditore jesolano Aldo Bison, in concorso con Elio Borrelli, direttore del Centro operativo di Venezia delle Entrate, al quale sarebbero invece andati 50mila euro, con la promessa di una tranche successiva, per avvantaggiare lo stesso Bison nella definizione delle controversie con l’Agenzia. Esposito e Borrelli avevano anche ricevuto dal commercialista chioggiotto Augusto Sartore la promessa di 50mila euro qualora fossero riusciti a intervenire per la definizione positiva dell’accertamento a carico della ditta Somit, ma non ci sarebbe stata alcuna consegna di denaro. A seguito dell’interrogatorio, l’avvocato Pinelli ha presentato istanza per la concessione ad Esposito degli arresti domiciliari. Il gip Alberto Scaramuzza deciderà nei prossimi giorni.
La confessione di Rindone.
Ieri davanti al pm Ancilotto si è presentato l’ex giudice tributario veronese Cesare Rindone (avvocato Paolo Costantini), scarcerato da qualche giorno. Ha confermato le accuse che gli muove la Procura per quanto riguarda il filone Cattolica Assicurazioni, sul quale tuttavia il Riesame si è espresso annullando l’ordinanza a carico del colonnello Vincenzo Corrado, del funzionario delle Entrate Christian David e dell’ex dirigente della società scaligera Albino Zatachetto. Al pm, Rindone (che non è ricorso al Riesame) ha raccontato del pressing di Corrado su Zatachetto e su Giuseppe Milone per l’assunzione di Mauro Ginesi, ex finanziere, legatissimo allo stesso Corrado e conosciuto da Rindone. L’assunzione sarebbe stata la contropartita chiesta da Corrado per intercedere con David e limare le verifiche fiscali. L’ex giudice ha negato di sapere dei due Rolex per Corrado e David.
La “strana” assunzione.
Sull’assunzione di Ginesi come esperto finanziario e di antiriciclaggio è tornato un dirigente di Cattolica sentito in Procura come testimone: ha parlato di un’assunzione fatta dall’amministratore delegato Giovan Battista Mazzucchelli in persona, che sarebbe stata formalizzata nell’ultimo giorno di incarico dello stesso Mazzucchelli. Il dirigente ha sottolineato peraltro come la figura professionale di Ginesi non sarebbe stata necessaria nell’organigramma aziendale.
La difesa di Corrado.
«Le dichiarazioni dei vari indagati Baggio, Tagnin e Schneider sembrano un pezzo di storia cupa rispetto alla più luminosa realtà che è quella rappresentata dal giudizio del tribunale della Libertà che, dopo aver analizzato tali dichiarazioni, le ha ritenute infondate o comunque ininfluenti, avendo dichiarato l’inesistenza delle accuse di corruzione propria a carico della commercialista Tiziana Mesirca e del colonnello Corrado», fa sapere il difensore del finanziere, Fabio Crea, «La verità oggi esistente è il pronunciamento del tribunale del Riesame, non le dichiarazioni accusatorie degli indagati già analizzate proprio da quel tribunale».
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