L’Università di Ca’ Foscari crea gli anticorpi miniaturizzati contro i tumori
I ricercatori dell’ateneo veneziano hanno usato progettazione computazionale e intelligenza artificiale per combattere la diffusione della malattia

Progettazione computazionale e intelligenza artificiale hanno permesso a un team di Ca’ Foscari di selezionare anticorpi miniaturizzati, denominati peptidi biciclici, in grado di agire in modo mirato sulle urochinasi (uPA), riducendo il rischio di effetti collaterali. La ricerca ha portato a un brevetto ora a disposizione dell'industria farmaceutica.
La diffusione della malattia
Nei tumori la produzione incontrollata di uPA favorisce la distruzione delle reti molecolari che tengono unite le cellule tumorali, che vengono quindi rilasciate nella circolazione, favorendo così la diffusione della malattia in altri organi e conseguente metastasi.
Per evitare ciò, è necessario quindi agire sull'uPA e bloccarne l'attività. Il nuovo brevetto sviluppato all'Università Ca’ Foscari Venezia ha trovato il modo di riconoscere selettivamente l'uPA, creando una catena "su misura" per essa.
Anticorpi miniaturizzati
Si tratta di una nuova tipologia di anticorpi miniaturizzati, noti anche come peptidi biciclici, creati nei laboratori del team di ricerca di Alessandro Angelini, professore di Biochimica al Dipartimento di Scienze Molecolari e Nanosistemi.
La scienza si era già mossa in questo campo, generando molecole chimiche capaci di bloccare l'urochinasi.
Tuttavia, gli inibitori finora sviluppati hanno un'efficacia limitata e presentano anzi effetti collaterali, poichè non riescono ad essere selettivi: oltre ad uPA possono inibire anche altre molecole dell'organismo, non coinvolte nel tumore. I peptidi bicicli, formati cioè da una doppia catena ciclica di amminoacidi, riescono invece a creare legami e incastri perfetti con la molecola uPA da bloccare.
Il rischio di "sbagliare bersaglio" è quindi notevolmente ridotto, riducendo gli effetti collaterali.
La progettazione
La ricerca ha coinvolto una prima fase di progettazione computazionale durante la quale metodologie avanzate di intelligenza artificiale sono state applicate per trovare i migliori "incastri", per tipologia e posizionamento, tra gli amminoacidi e le varie parti dell'uPA.
Migliaia di configurazioni sono state create prima di trovare le serie idealmente più efficaci. Si è quindi passati alle prove sperimentali, cioè alla sintesi chimica delle molecole e successiva determinazione della struttura tridimensionale: i peptidi sono stati cristallizzati per fotografarne la struttura molecolare e testarne l'interazione selettiva con la molecola bersaglio uPA.
Il risultato: è stata sviluppata una serie di peptidi biciclici, caratterizzati da elevata potenza, selettività, stabilità e penetrazione tissutale, meno tossici di quelli in commercio poichè non vanno a intaccare altri processi fisiologici se non l'azione dell'uPA.
L'invenzione è stata protetta da brevetto, così da poter essere applicata nella produzione di farmaci: grazie all'azione congiunta dei peptidi biciclici, di trasportatori e altre sostanze utili, si potrà portare ai pazienti un nuovo strumento per limitare la diffusione non solo dei tumori ma anche di altre patologie infiammatorie, quali l'artrite reumatoide, in cui l'azione di uPA ha un ruolo importante. La ricerca è quindi oggi disponibile per collaborazioni di sviluppo e commercializzazione.
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