Liste Pd: pochi volti nuovi, molti silurati

Veltroni vara le candidature veneziane. Silurato l’unico viceministro veneto nel governo Prodi: «Serviva maggiore stile». Pochi volti nuovi. Entra Delia Murer, fuori De Piccoli e Laura Fincato. Tiziano Treu dirottato in Lombardia. Al Senato il «catapultato» Morando in prima posizione
Rosi Bindi e Martella teste di serie
Walter Veltroni
Walter Veltroni
VENEZIA.
Alla fine, le facce nuove e giovani sono davvero poche. Gli esclusi eccellenti davvero tanti. Colpa di una legge elettorale, lasciata in eredità dal governo Berlusconi, che elimina le preferenze e costringe alla lotta fratricida per essere inseriti nei primi posti di lista. La corsa è terminata ieri pomeriggio, con la firma di liste e candidature. Nella cicoscrizione 2 (Venezia-Treviso-Belluno) capolista sarà il ministro Rosi Bindi, che però opterà per la Toscana. A guidare la lista il responsabile per il Nord del Pd Andrea Martella.


Volto nuovo per il Parlamento - anche se da anni ricopre ruoli di primo piano nella politica veneziana - è quello di
Delia Murer
, assessore al Welfare della giunta Cacciari, ex assessore provinciale alla pesca e segretario dei Ds. Nell’elenco degli eleggibili per Montecitorio è stata inserita all’ultimo posto utile secondo le previsioni dello stato maggiore del Pd - il sesto - davanti a uno dei «catapultati», il capo della segreteria di Fassino
Francesco Tempestini
, che dunque ha poche possibilità di farcela.


Nome nuovo anche quello del sindacalista della Cisl
Pierpaolo Baretta
, già responsabile veneziano della Fim, il sindacato dei metalmeccanici cislini e poi responsabile della segreteria regionale. E’ terzo in lista dopo Bindi e Martella. Segue
Simonetta Rubinato
, sindaco di Roncade e senatrice uscente, che è stata ricandidata stavolta nell’altro ramo del Parlamento. In buona posizione anche
Rodolfo Viola
, ex segretario provinciale della Margherita in area Popolari, anch’egli deputato uscente. Infine la Murer e Tempestini.


Sono parecchi gli esclusi eccellenti. A cominciare da Laura Fincato, giunta al suo quinto mandato parlamentare, anche lei assessora della giunta guidata da Massimo Cacciari. Fuori anche Franca Bimbi, prodiana doc e docente a Padova, eletta nel Veneto alla Camera ormai da tre legislature. Anche questa una decisione che non ha fatto molto piacere al sindaco filosofo, che le aveva affidato incarichi di primo piano anche nelle sue prime giunte. A Venezia la Bimbi ha guidato l’assessorato alle Pari Opportunità e alla Cittadinanza delle donne. Fuori anche Tiziano Treu, che all’ultimo momento è stato ripescato in Lombardia. Per lui sono scattate le deroghe invece non applicate a Fincato e Bimbi.


Giochi fatti anche per il Senato. Nel Veneto dovrebbero essere almeno otto gli eletti in quota Pd. Capolista è
Moreno Morando
, che anche nel 2006 venne «catapultato» da Roma. Al secondo posto un altro nome nazionale imposto da Veltroni e Franceschini, l’attuale vicesindaco della Capitale - ed ex ministro della Sanità -
Maria Pia Garavaglia
. Terzo posto per
Paolo Giaretta
, già sindaco di Padova ai tempi della Dc, ex viceministro del governo Prodi e coordinatore regionale del nuovo Pd. Anche per lui rielezione assicurata. Segue
Felice Casson
, ex pm candidato a palazzo Madama nel 2006, dopo aver perso per un soffio la corsa a sindaco contro Massimo Cacciari. Allora la battaglia era stata proprio tra la Margherita e i Ds, alleati con la sinistra Arcobaleno. Roba d’altri tempi, perché nel Pd di oggi i nemici di allora convivono. Casson, che è stato il più presente in aula ai lavori del Senato e autore di numerosi disegni di legge, è stato ricandidato fin dalla prima ora. Dietro a lui arriva da Roma il sindacalista della Cgil
Paolo Nerozzi
, quindi ancora in buona posizione, l’ex sindaco di Belluno e parlamentare uscente della Margherita
Maurizio Fistarol
. Ecco allora
Franca Donaggio
, sottosegretario del governo Prodi che a differenza dell’unico viceministro del Veneto Cesare De Piccoli ha ottenuto la riconferma. In lista anche
Marco Stradiotto
, sottosegretario all’Economia che nel 2006 era stato escluso e poi ripescato. Se i senatori dovessero essere nove entrerebbe a palazzo Madama anche
Gino Spinello
.

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