Lavoro, ecco il boom dei rumeni
L'entrata della Romania e della Bulgaria nella Ue ha di fatto liberalizzato il mercato anche nel Veneto. In 12 mesi il numero degli assunti dall'Est è raddoppiato
VENEZIA. L'entrata della Romania e della Bulgaria nelle frontiere europee ha determinato in quattro mesi un raddoppio in Veneto del numero di assunzioni di lavoratori da quel Paese. Da poco meno di 8000 persone assunte registrate nei primi quattro mesi 2006 si è infatti passati, nel primo quadrimestre di quest' anno ad oltre 16.000. E' una ricerca fatta da Veneto lavoro sulla base delle richieste avanzate finora ed è la prima valutazione in Italia sugli effetti dell'entrata dei Paesi nell' Ue. E' significativa, sia che questi nuovi lavoratori siano già presenti in Italia e siano quindi «emersi» dal nero dove erano stati confinati dall'impossibiolità di essere «regolarizzati»,sia che si tratti di nuove assunzioni vere e proprie. Si tratta com'è naturale di una stragrande maggioranza di rumeni già presenti in forze nel mercato Veneto. Dal primo gennaio di quest'anno, infatti, gli ingressi di rumeni e bulgari in Italia è stato sostanzialmente liberalizzato. Come ai cittadini comunitari, dunque, non occorre più il permesso o la carta di soggiorno ai fini dell' assunzione in Italia, ma bastano un documento di identità, un codice fiscale e l' iscrizione anagrafica. Non serve neanche più avere un'abitazione assegnata, perchè non c'è più il contratto di soggiorno. Ci sono solo da chiedere alcuni nulla osta per i settori indicati da un decreto ministeriale.
Il primo segno dell'apertura è stato che non appena scoccata l'ora moltissimi si sono precipitati a chiedere il codice fiscale: 11 mila e 765 nei primi giorni di gennaio. Ma i dati alla fine dovrebbero essere ben più di così: le 16.219 persone, risultate assunte nel Veneto alla fine nel quadrimestre, sono forse anche più dato che le cifre di Padova e Verona sono molto basse non perchè le richieste siano inferiori bensì perchè i dati sono in ritardo.
Se seguissero l'andamento delle altre provincie venete la cifra dei sedicimila sarebbe destinata ad avvicinarsi più ai ventimila.
Gli incrementi maggiori nelle assunzioni sono avvenuti in provincia di Rovigo e nel bellunese tra Feltre e il Cadore. Ma anche Treviso, Vittorio Veneto e alcune provincie veneziane portano dati di tutto rispettoa con aumento di oltre il 200% del numero degli assunti da un quadriomestre all altro.
I settori dove maggioramente si è registrato il fenomeno (e che probabilmente avevano una grossa parte di lavoro nero tra gli addetti) sono quello dell'edilizia, dove le assunzioni sono quadruplicate (4000 anzichè mille), i servizi domestici, badanti e quant'altro, che sono passati da 500 a mille assunzioni. Ma anche gli altri servizi e l'industria hanno segnato aumenti di tutto rispetto: la meccanica ha visto infatti 2500 assunzioni con un raddoppio rispetto al primo quadrimestre dell'anno scorso. Nel turismo e negli alberghi gli assunti sono 1800 contro mille dell'anno scorso.
Dati questi risultati, dice Veneto Lavoro, si può stimare che la popolazione rumena nel Veneto si attesterà intorno ai 60.000 residenti. A fine 2005 i residenti erano 43.000 cui si dovrebbero aggiungere quelli del 2006 stimati in circa 14 mila.
Sono una buona quota dei 300.000 residenti ufficiali (corrispondenti a 270 mila permessi dell'Italia intera) che sono presenti nel nostro Paese. Anche se, per l' Italia, questa cifra è destinata a salire di parecchio non appena si avranno dati simili a quelli comunicati per il Veneto sugli effetti dell'apertura delle frontiere.
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