La sconvolgente "Venere nera", film sul razzismo e la responsabilità collettiva
In concorso per il Leone d'oro la pellicola del regista di "Cous cous" Abdellatiff Kechiche. La storia di una donna africana portata in giro per il mondo come un "fenomeno da baraccone". Il paradigma di tutti gli atti di razzismo: "Quello che oggi fa Sarkozy è spaventoso"

L'attrice e il regista di "La venere nera"
VENEZIA. "La politica di Sarkozy è spaventosa. Sta usando dei procedimenti che richiamano immani catastrofi della recente storia d'Europa''. Questa una delle frasi più forti utilizzata dal regista Abdellatiff Kechiche presentando oggi al Lido il film in concorso per la Francia "La venere Nera" che sarà distribuito in Italia dalla Lucky Red.
''La cosa che piu' mi ha colpito e sconvolto - ha aggiunto il regista che tre anni fa sfiorò il Leone d'oro con "Cous cous" - è stato vedere un servizio in tv di una gru che distruggeva un villaggio rom''
Il lungometraggio racconta la storia vera di una donna (appunto detta la "Venere nera") Saartjie Baartman (interpretata dall'esordiente Yahima Torres) di etnia Khoikhoi che fu portata in un tour nelle maggiori capitali europee ed esposta come soggetto da studiare nei congressi scientifici e come fenomeno da baraccone nelle maggiori capitali europee, dall'Inghilterra all'Olanda e a Parigi. Seminuda, legata ad una catena, costretta a farsi palpeggiare le sue forme abbondanti, il suo enorme sedere e i suoi grandi genitali, fu utilizzata come attrazione e morì i suoi giorni da prostituta a 26 anni.
Tesi comunque più volte ribadita dal regista francese di origine tunisina oggi al Lido, quella che queste forme di razzismo non sono oggi così lontane come si crede, specie se si pensa ai recenti provvedimenti francesi, e non solo, rispetto a
rom ed extracomunitari.
''Mi sono interessato a questa storia quando nel 2000 il Sudafrica ha chiesto la restituzione delle spoglie di questa donna. Ancora oggi stiamo assistendo alla derive dei politici francesi su questi temi che ricordano un passato non troppo lontano e glorioso. Purtroppo il film è ancora molto contemporaneo''. Insomma aggiunge Abdellatiff Kechiche ''attenzione a quello che facciamo a Rom ed extracomunitari''.
Cosa è davvero questo film? ''E' la storia di un corpo e degli sguardi dell'altro, degli altri, su questo corpo. Un percorso verso l'abisso, fino alla mutilazione stessa di questo corpo. Secondo me l'atto più barbaro che mi chiedo ancora come sia potuto accadere. In questo senso Venere nera è un film sulla responsabilità collettiva''.
Un atto d'accusa nei confronti delle Francia? ''No - replica convinto il regista -. Si può essere in disaccordo con i politici, ma non certo contro un popolo di cui faccio parte anche io. Ho raccontata la storia solo per come si è svolta davvero. Non è un problema di Paese, ma casomai di uomini''.
Sulla lunghezza del film (166 minuti), Kechiche è esplicito: ''Non mi preoccupo della vescica degli spettatori. Cerco solo di fare dei film che facciano dimenticare agli spettatori la voglia di fare pipì. Spero che la mente prevalga sulla vescica".
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