La sala operatoria va in affitto

400 euro per due ore: Cicogna opererà da aprile. Il noto chirurgo plastico non potrà utilizzare il personale ospedaliero
Il chirurgo Pier Andrea Cicogna
Il chirurgo Pier Andrea Cicogna
Ventenni con seni mignon da imbottire, cinquantenni che confidano in un lifting per ritrovare d'incanto la giovinezza perduta, uomini che non riescono più a vivere senza la blefaroplastica. I migliori clienti dei chirurghi plastici presto potranno farsi operare anche all'ospedale dell'Angelo. Dal prossimo mese a Zelarino arriva uno dei chirurghi plastici più noti nel veneziano.


Pier Andrea Cicogna, medico sandonatese specializzato negli Stati Uniti e in Brasile, da anni attivo a Treviso e a Villa Salus, ha ceduto al richiamo della struttura ospedaliera mestrina. Da aprile prenderà «in affitto» una sala operatoria all'ospedale dell'Angelo per operare i «pazienti paganti in proprio», come recita la delibera con cui si ratifica la convenzione tra il professionista e l'Asl 12. Cicogna potrà concordare un calendario con la dirigenza medica dell'Angelo e l'unità operativa di Chirurgia plastica. La sala operatoria, secondo quanto prevede la delibera, sarà a sua disposizione il primo mercoledì del mese, dalle 15 alle 18.30.


Ad assisterlo ci saranno un anestesista e due infermiere alle dipendenze del chirurgo, non dell'ospedale. Il professionista si assumerà anche gli oneri relativi all'assicurazione del personale e all'Asl 12 pagherà 400 euro per ogni accesso fino a due ore e 150 euro per ogni ora supplementare, oltre a un importo forfettario «per il consumo dei presidi forniti dall'Asl».


All'ospedale dell'Angelo rispetto a qualsiasi altro ambulatorio privato i pazienti seguiti da Cicogna potranno dunque avere la garanzia di essere assistiti dalla struttura ospedaliera, che «tramite il Pronto soccorso potrà rispondere in caso di complicanze». Non solo. «A disposizione - recita la delibera - ci saranno letti per l'osservazione post operatoria dei pazienti e un ambulatorio dei locali del day surgery per controlli e la medicazione dei pazienti».


E' il primo tassello nell'ambito di una strategia dell'Asl che punta a fare fruttare al massimo le 24 sale operatorie di cui dispone l'ospedale dell'Angelo. Una strategia che, però, preoccupa il sindacato. «E' l'ennesima conferma di come ormai la salute sia considerata più come business che come risposta a un bisogno del paziente - commenta Mirco Ferrarese (Cgil Fp) - Questa convenzione per la Chirurgia plastica apre un fronte molto pericoloso: chi ha i soldi paga migliaia di euro per operarsi nell'ospedale pubblico e se la paziente sta male sarà l'ospedale pubblico a prendersene cura. A scapito delle necessità d'assistenza di altri, visto che il personale è, sempre più, una risorsa scarsa».


L'affitto di sale operatorie a chirurghi e professionisti di grido viene giustificata con la necessità di valorizzare al meglio l'offerta tecnologica dell'ospedale dell'Angelo. Un modo da un lato per rientrare del poderoso investimento effettuato dalla Regione e dai privati, dall'altro per garantire la più ampia offerta di servizi di eccellenza. «Ma c'è il rischio - conclude Ferrarese - che si snaturi dfinitivamente la natura di un ospedale pubblico come l'ospedale dell'Angelo, fino a prova contraria, continua a essere».

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