Jesolo, spiagge più care del 10%
Per i pendolari ombrelloni e lettini costeranno di più. Sconti per chi va in hotel

JESOLO. Spiagge prese d’assalto, ma sulla costa veneziana la crisi non impedisce un ritocco dei prezzi tra le file degli ombrelloni. Anche se non in tutte le località. Le città si svuotano nei fine settimana (dopo i temporali nel weekend dovrebbe tornare il sole) per vacanze sempre più brevi e chi sogna un «posto al sole» deve prima affrontare le forche caudine del traffico e poi cercare di non farsi spennare. Non salta subito all’occhio, l’aumento dei prezzi di ombrelloni e lettini è di circa un 10 per cento, spalmato tra le posizioni, fronte mare o sulle retrovie, e le stagioni, bassa o alta. Anche gli affitti degli appartamenti hanno visto un leggero aumento attestato tra il 4 e 5 per cento. Gli operatori negano, anche perché di questi tempi sarebbe impopolare cercare lauti guadagni sulle spalle dei bagnanti, ma il ritocco c’è e qualcuno se ne è accorto, o se ne accorgerà. Nulla di molto grave, uno o due euro in più durante le ferie ci possono anche stare, diversamente il pendolare potrebbe risentirne un po’ di più nella sua avventura di giornata. Jesolo. Resta la spiaggia più cara, capitale in pectore dell’altro Adriatico. Si parte da 10 euro per ombrellone e due lettini, per arrivare a 20. Ancora lontani, però, dalle vette di Lignano dove si sfiorano i trenta. Va precisato che il prezzo comprende tutti i servizi, le docce, il salvataggio, e che per i turisti il prezzo è incluso nell’albergo, con sconti anche del 20 per cento per chi prenota una settimana. «Non si può parlare di aumenti - spiega il delegato dell’ambito turistico di Jesolo ed Eraclea, Amorino De Zotti - i prezzi sono fermi da anni e ci sono molteplici offerte e sconti». Cavallino. Dalla più cara alla meno cara: Cavallino Treporti. Qui gli ombrelloni sono quasi un optional poichè le spiagge sono quasi tutte in concessione ai 30 camping: il prezzo medio è 10 euro.
Caorle. Ha scelto con il suo consorzio arenili formule diverse. Dagli 8 euro per l’ultima fila, agli 11 nella fila media e 15 prima fila. In alta stagione le ultime due passano a 12 e 16.50. Bibione. Propone ombrellone, ma con un lettino e una sdraio a 7, 12 e 14 euro a seconda della fila, come a Caorle.
Eraclea. 12 euro medi per tutte le stagioni e file. E’ chiaro che ci sono molte variazioni tra località e stabilimenti, queste sono comunque le medie stagionali. Appartamenti. Sono sono sempre piuttosto costosi rispetto ad alberghi in pensione completa a 50 euro al giorno. Jesolo arriva a punte di 1090 euro la settimana nei circa 10 mila appartamenti, con Bibione a 950 e Caorle a 850. In bassa stagione, fino a metà giugno, ad Eraclea si può affittare a 175 e a Bibione a 200.
«Uno degli impegni che la Presidenza provinciale della FIMAA ha al primo posto nell’agenda dei lavori senza ombra di dubbio è accompagnare gli operatori agenti immobiliari della categoria dell’extralberghiero verso un futuro migliore, oltre la crisi - analizza il presidente provinciale di mediatori e agenti d’affari della Confcommercio, Alessandro Simonetto - e intende farlo ascoltando il territorio. Io credo che la sfida, lanciata dalla situazione economica, non si vince sul prezzo più basso bensì sulla capacità di offrire suggestioni, emozioni e qualità: quando un viaggiatore sceglie una destinazione, prima di tutto cerca risposte ad aspettative interiori. I prezzi erano fermi da quattro anni almeno, c’è stato un rialzo del 4 per cento circa. La provincia di Venezia ha ottime carte da giocare per essere il sogno di ogni turista: Venezia e le nostre spiagge, Jesolo, Caorle, Bibione e Eraclea hanno una grande varietà dell’offerta, cultura, arte, storia, ambiente, enogastronomia, ma devono offrire il massimo in termini di rapporto prezzo - qualità e far conoscere di più la propria immagine e avere collegamenti diretti con i mercati più promettenti con nuove rotte aeree. Qui la politica può e deve affiancare l’impegno degli operatori, nella consapevolezza che sono fondamentali la qualità e il reddito delle imprese, senza il quale non ci sono investimenti per migliorare né ricchezza per il territorio».
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