Interinali: crolla l'offerta, boom di domande

 Flessione del 30 per cento delle richieste di personale nelle aziende
Meno richieste di personale, più curriculum. E’ così che la crisi si riflette nel mondo della cosiddetta somministrazione. La ricerca di lavoratori «interinali» da parte degli imprenditori veneziani è diminuita di un terzo nell’ultimo anno; di contro, sono aumentati del 40 per cento i soggetti, soprattutto stranieri, che fanno la fila all’interno delle agenzie mestrine (una quindicina), alla disperata ricerca di una occupazione. A riassumere queste tendenze è il report svolto dall’agenzia Quanta sul territorio della terraferma. Dall’analisi si evince un concetto: trovare lavoro a Mestre, anche temporaneo, è alquanto difficile di questi tempi.


Nuovo trend.
Il report delinea in particolare nuove consuetudini da parte delle aziende. Tanto per cominciare, «gli imprenditori cercano personale già qualificato o specializzato - spiega Renato Azzarà, responsabile della filiale mestrina di Quanta -. Non hanno tempo da perdere in formazione, desiderano che il lavoratore sia in grado di dare da subito il 100 per cento». Da qui, la richiesta di «figure già preparate, con alle spalle altre analoghe esperienze». Le difficoltà occupazionali sono però riassunte soprattutto da due dati: le richieste di personale alle agenzie mestrine sono diminuite del 30 per cento. Mentre a fine 2008 i curricula proposti alle società di somministrazione della terraferma sono aumentati del 40 per cento.


Outplacement.
Fra le novità degli ultimi mesi, anche il sempre più marcato interesse da parte della aziende per l’outplacement. In pratica, spiega Azzarà, «alcuni imprenditori lagunari si rivolgono a noi non per chiedere personale, ma per ricollocare il proprio. Adesso siamo per lo più a un approccio informativo. Gli imprenditori, cioè, chiedono lumi su questa possibilità che prevede in particolare due cose: un regime di defiscalizzazione per chi assume. E la possibilità per il lavoratore di formarsi in vista di nuove mansioni».


Figure professionali.
Le aziende veneziane ricercano soprattutto impiegati amministrativi. Anche in questo settore sono richieste figure specializzate. Per esempio, ricorda ancora Renato Azzarà, «gli addetti alla contabilità devono avere una visione generale di tutta la materia, bilancio compreso». Una domanda su quattro da parte degli imprenditori si rivolge invece agli addetti alla pulizia e alla mensa. Alle agenzie mestrine le aziende chiedono pure addetti vendita e analisti programmatori. Naturalmente resta trainante il comparto del turismo e della ristorazione.


Settori.
Su dieci aziende veneziane che cercano di attingere dall’ex interinale, quattro si occupano di servizi alle imprese. Un quarto delle richieste proviene dalla grande distribuzione ed è proprio qui che si sono registrate le flessioni maggiori, soprattutto nel periodo natalizio. Un quinto dei clienti che si rivolgono alle agenzie per il lavoro è impegnato nel campo dell’informazione e della comunicazione tecnologica. «Da noi vengono soprattutto le piccole e medie imprese, - sottolinea il responsabile della sede mestrina di Quanta -. Sono più duttili e flessibili. Mentre le imprese più grandi fanno fatica a inserire nuovi lavoratori».


Crisi.
Anche Antonio Vegna, presidente dell’Ordine dei consulenti del lavoro di Venezia, conferma il trend. «C’è una drastica riduzione del ricorso al somministrato - spiega -. In questo momento di difficoltà, in cui ci troviamo con ordinativi ridotti all’osso, gli imprenditori hanno piuttosto la necessità di non impiegare a pieno il proprio personale. Per questo utilizzano sempre più le ferie e i permessi come ammortizzatori sociali». La crisi, insomma, porta l’azienda «a difendersi come può. Si vive molto alla giornata, anche se esistono alcuni settori, come il calzaturificio legato alle grandi firme, che lavorano bene».


Prospettive.
In ogni caso, avverte Vegna, «il biennio 2009-2010 può rivelarsi davvero critico. Per questo bisogna avviare subito forme di collaborazione fra la Provincia, le parti sociali e gli ordini professionali. E’ necessario estendere gli ammortizzatori sociali ai lavoratori precari»

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