Incidenti sul lavoro, il racconto di una vittima: «La mia mano schiacciata dal macchinario, non riuscivo a fermarlo»

La testimonianza dell’operaio del Bellunese vittima di un infortunio durante il turno di notte: «Alla fine sono riuscito a dare l’emergenza mentre cercavo di liberarmi, i colleghi erano choccati. Ho riportato lo schiacciamento della mano destra»

Sabrina Tomè
Stevan Ognjanovic, vittima di un incidente sul lavoro
Stevan Ognjanovic, vittima di un incidente sul lavoro

Stevan Ognjanovic è di origine serba, ma da trent’anni vive in Italia, ora nel Bellunese, e lavora in una fabbrica alimentare di snacks e chips.

Lì, in azienda, è rimasto vittima di un incidente notturno che gli è quasi costato la mano destra, schiacciata da un macchinario.

«È successo nove anni fa, durante il turno di notte», ha raccontato ieri mattina, «Eravamo sotto organico con molti problemi da risolvere. Volevo pulire il nastro di trasporto, dove si attaccavano le patatine ma sono stato trascinato tra il rullo e il nastro. La macchina ha continuato ad andare e io non riuscivo a fare niente per fermarla. Alla fine sono riuscito a dare l’emergenza mentre cercavo di liberarmi, i colleghi erano choccati. Ho riportato lo schiacciamento della mano destra. È stato necessario un anno di recupero e quindi è stata piuttosto dura. La cosa più importante di questa vicenda è la questione della sicurezza da parte dell’azienda che non è stata seguita in maniera idonea.

Si trattava di una macchina nuova e non c’erano stati corsi di formazione, né valutazioni di rischi. Quindi c’è stata una negligenza da parte della direzione, oltre che un problema di mancanza di personale soprattutto nel turno di notte. Che, lo sappiamo, è il più difficile».

Ma non c’è solo l’aspetto sanitario.

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«L’azienda mi comunicò che non c’era più un posto idoneo per me. E come non bastasse ho avuto un sacco di difficoltà con l’Inail che non pagava le indennità mensili. Spero che la mia testimonianza possa ora servire a cambiare qualcosa».

Non solo il problema sanitario, dunque, ma anche la successiva difficile gestione dell’infortunio: ecco a cosa va incontro il lavoratore che si ferisce.

«Ci sono state pressioni perché emergesse la responsabilità del lavoratore, responsabilità che non c’era», spiegano in Cgil, a sottolineare la difficoltà del percorso per il riconoscimento dell’accaduto e dei relativi indennizzi.

Un fenomeno, come ha sostenuto Mara Carlin del patronato Inca, tutt’altro che isolato. «Sempre più spesso assistiamo al tentativo di scaricare sul lavoratori le responsabilità di quanto accade in azienda», afferma Silvana Fanelli della segreteria regionale Cgil, «Il tema della responsabilità del datore di lavoro è fondamentale, così come lo sono gli investimenti nella prevenzione».

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