Inchiesta Palude, revocati i domiciliari ai tre imprenditori: patteggeranno
Tornano liberi Fabrizio Ormenese, Francesco Gislon e Daniele Brichese, arrestati il 16 luglio. Resta ai domiciliari l’ex assessore Renato Boraso

La giudice per le udienze preliminari Carlotta Franceschetti - con il parere favorevole dei pm Roberto Terzo e Federica Baccaglini - ha revocato gli arresti domiciliari agli imprenditori Fabrizio Ormenese, Francesco Gislon e Daniele Brichese, arrestati il 16 luglio e che ora attenderanno così da uomini liberi l'udienza per il loro patteggiamento, che la gup ha aggiornato al 16 maggio.
Resta invece agli arresti domiciliari l'ex assessore Renato Boraso (anche lui in attesa di patteggiare una pena a 3 anni e 10 mesi e 400 mila euro, concordata dal suo difensore avvocato Pauro con la Procura): non ha fatto richiesta di revoca della misura ed è in attesa che altre accuse si aggiungano a quelle (12 episodi di corruzione) per le quali ha chiesto il patteggiamento.
La giudice dovrà dire se ritiene congrua la pena per Boraso e per i tre imprenditori accusati di avergli pagato tangenti per avere informazioni o favori su quest'appalto o quel progetto: l'avvocata Paola Bosio ha patteggiato per Francesco Gislon (Mafra) 2 anni e mezzo e 45 mila euro da restituire.
Di 2 anni e 9 mesi l'accordo raggiunto tra l'avvocato Leonardo De Luca e la Procura per l'imprenditore Fabrizio Ormenese (ritenuto dall'accusa il "mediatore" di tanti "affari" di Boraso), mentre gli avvocati Mandro e Sacco hanno concordato con i pubblici ministeri una pena di 3 anni e 10 mesi per Daniele Brichese (Tecnoflon).
Le parti civili (Comune, Cgil, Città Metropolitana, Avm, Casinò) hanno chiesto risarcimenti per 5 milioni di euro.
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