Il ministro Piantedosi a Venezia: «Flussi, pronti ad aumentare le autorizzazioni»

Il referente del Viminale ha presentato il nuovo numero unico di emergenza 112, operativo entro ottobre, e partecipato al vertice su Mestre e via Piave. Assicurati rinforzi con personale e tecnologie

Marta Artico
Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi a Venezia con Luca Zaia
Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi a Venezia con Luca Zaia

Venezia e il Veneto attenzionate speciali del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, giovedì 30 marzo a Venezia per presentare il nuovo numero unico di emergenza europeo 112 che sarà operativo entro ottobre, il tempo di formare i nuovi operatori che risponderanno al telefono nei due punti che saranno presenti in Veneto.

Il ministro si è dichiarato disponibile ad aggiornare il Decreto flussi, incrementando le autorizzazioni alla luce delle richieste del mondo produttivo che sono superiori, ben il triplo, all'offerta. "Nessun pregiudizio" ha detto il ministro.

Alle 10 Piantedosi ha partecipato al Cosp, il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, incentrato su Mestre e via Piave, oltre che su tutta la Città metropolitana. Il ministro ha promesso grande attenzione alla città nel suo complesso, sulla scorta delle nuove disposizioni sulle aree a rischio, assicurando rinforzi in termini di personale, ma anche tecnologie e completamento della rete di sorveglianza.

Un passaggio anche sul Bosco delle Sport: Piantedosi ha spiegato che si farà portavoce con il ministro Fitto rispetto alle richieste del sindaco Luigi Brugnaro che era presente al Cosp.

Il Decreto flussi

«I provvedimenti sono stati preparati in tempi stretti per una quota non secondaria rispetto ad altro. A verifica del consistente numero non c’è pregiudizio a prendere in considerazione di aggiungere, vedremo il fabbisogno verificato maggiore. Nessun problema però ad estendere (la quota, ndr)». Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a Venezia.

«Il Governo è impegnato nel rallentare o arrestare i flussi di migranti dai focolai più critici, provvedendo anche alla salvaguardia delle persone che scappano da condizioni difficili. Al netto di questo, in qualche modo dobbiamo frenare questo flusso incontrollato, per avere numeri più sostenibili», ha aggiunto Piantedosi, assicurando che il Governo è al lavoro «per non avere un impatto critico sui territori. Non vogliamo vedere le stesse scelte del passato e nemmeno riattivare gli hub per l'accoglienza».

La soluzione immediata, ha aggiunto, «è quella di distribuire i migranti in maniera capillare sul territorio come stiamo facendo. Allo stesso tempo, stiamo lavorando con i ministri dell'Interno dei Paesi di transito dei flussi, per trovare soluzioni».

Il tema del fabbisogno di manodopera per le aziende locali, peraltro, è fondamentale, come ha testimoniato il click-day andato esaurito in poche ore. Sul tema ha proseguito il presidente del Veneto Luca Zaia: «I numeri ci dicono che affrontiamo un periodo storico florido per l’economia, +12.700 lavoratori a febbraio, e un bilancio migliore degli ultimi 5 anni, quindi anche del pre-covid. C’è però l’emergenza lavoratori e anche delle figure professionali di alta specializzazione. Voglio precisare che ci sarà la salvaguardia dei lavoratori locali, non passi lo switch tra locali e nuovi lavoratori. Il numero delle domande è una quota maggiore, più che riaprire i termini, è da capire il mercato del lavoro e poi valuteremo».

Il nuovo numero d’emergenza 112

«Sottoscriviamo l’accordo per l’avvio di un importante progetto: il Veneto arriva, come da tradizione, in maniera preparata, con oculatezza in questo progetto in ossequio dell’architettura europea. Si tratta di riorganizzare il sistema di centrali operative delle varie strutture, un’architettura importante». Così il ministro dell’interno Matteo Piantedosi ha annunciato il numero unico 112 che arriverà in Veneto.

Una firma di avvio avvenuta a palazzo Balbi, sede della Regione, per un servizio che modificherà l’attuale pronto intervento: «Le strutture operative beneficeranno di un sistema filtro delle chiamate, semplificando l’intervento degli operatori. Il Veneto ci ha chiesto di fare un gradino in più, è un servizio che andrà a beneficio dei cinque milioni di veneti, ma anche dei turisti».

Il presidente del Veneto Luca Zaia ha proseguito: «Abbiamo programmato un lavoro serio con il ministro affinché si faccia un tavolo operativo, perché calare il 112 nell’organizzazione attuale del Veneto non è semplice. Il ministro con obiettività e buon senso ha capito la necessità di un progetto su misura, perché non siamo solo 5 milioni di veneti, ma in più ci sono 73 milioni di presenze turistiche, un sistema che fattura 18 miliardi di euro, il 10 per cento del Veneto».

Quindi Zaia è andato nel dettaglio: «Abbiamo un’organizzazione del 118 unica, con sette unità formate da professionisti che gestiscono 800 mila chiamate/anno. Avremo almeno due centrali che riceveranno le chiamate e poi le smisteranno».

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