Il dolore senza fine della mamma di Totò. «Anch’io sono morta con mio figlio»

Poche parole che da sole dicono tutto: «Sono morta con mio figlio». Dopo il tragico incidente di mercoledì lungo la Feltrina, in località Quero (Belluno), dove ha perso la vita a 20 anni, il rugbista moglianese Salvatore “Totò” Stefani, sono tanti i messaggi di vicinanza che sono stati rivolti ai genitori, residenti a Mogliano. Sui social la madre Elisabetta Pizzato, rispondendo a una delle tante manifestazioni di cordoglio, si abbandona a un commento che racchiude tutto il dolore e la disperazione per la prematura scomparsa del giovane.
Lacrime e ricordi
La famiglia Stefani vive nella zona di via Torni. Sia il padre Armando che la moglie, lavorano all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso. Le due sorelle di Salvatore, Beatrice e Sofia, suonano con la banda di Mogliano, dove anche la madre ha avuto in passato un ruolo in consiglio direttivo.
Anche il presidente della banda Pietro Succol ha voluto esprimere, a nome dell’associazione, parole di vicinanza: «Tutti sgomenti i componenti del nostro gruppo si uniscono al vostro indescrivibile dolore» è il messaggio invitato alla famiglia. In attesa della data dei funerali e del nulla osta da parte dell’autorità giudiziaria, si aggiunge al vasto cordoglio della comunità moglianese e di quella feltrina.
La seconda famiglia
La “seconda famiglia” di Totò era appunto quella del Rugby, prima a Mogliano e poi a Feltre. Una famiglia che l’aveva accolto appena arrivato a Feltre per studiare all’istituto agrario di Vellai e che ora, assieme al mondo veneto della palla ovale, ha pianto quel ragazzone grande e grosso, sempre sorridente e dai modi garbati, che a Feltre aveva deciso di restare anche dopo il diploma.
Al Rugby Feltre si sono trovati già martedì sera, giocatori e dirigenti, per sfogare lacrime e dolore assieme al campo, senza tante parole. E ieri, mentre decine di messaggi di cordoglio arrivavano da tutto il movimento rugbistico, i compagni di squadra si sono stretti nel dolore per il loro pilone. Lacrime per Totò, il loro “Ggg”, il Grande gigante gentile della delicata fiaba di Roald Dahl.
Il Grande gigante gentile
«Il Ggg. Una persona buona, umile, gentile. Una persona che è una certezza, solida». Nicola Bertagnin, compagno nella prima squadra e pari ruolo, pilone anche lui, ha raccontato il dolore di tutti.
«Una persona che non dice mai di no. Una persona disposta ad aiutare chiunque. Una persona giovane che insegna tanto. Tanto, tanto da far capire che nonostante le tante difficoltà, si va sempre avanti».
Un ragazzo di vent’anni che insegnava ai più grandi, sorridendo e ringraziando. Che aveva accolto la sua maglia da gioco con gli occhi illuminati di gioia. La squadra, per tutto il giorno, è rimasta chiusa nel silenzio. C’era da capire se chiedere o meno il rinvio della partita di domenica proprio a Mogliano, la città di origine di Salvatore.
Il match proprio a Mogliano
«Non puoi giocare a rugby con la testa da un’altra parte, rischi di farti male», dice chi calca i campi di gioco. Ma c’era anche la voglia di onorare Salvatore in gara. I ragazzi si sono ritrovati di nuovo ieri sera per capire cosa fare. Una decisione che potrebbe essere comunicata oggi alla Federazione. Intanto però è stato il presidente della Fir, Marzio Innocenti, a scrivere personalmente al Rugby Feltre un messaggio di vicinanza e di condivisione del cordoglio.
E per tutta la giornata sono fioccati i messaggi alla società, i post sui social affettuosi e partecipi da parte delle realtà del rugby di tutto il Veneto e anche oltre. Dalle squadre bellunesi al Mogliano, che si è stretto attorno a tutta la famiglia Stefani «legata da sempre al Mogliano Rugby così come lo è stato Salvatore, che ne ha fatto parte dal minirugby fino all’under 14».
Intanto è atteso per questa mattina il nulla osta alla sepoltura. L’autorità giudiziaria ha disposto la semplice ispezione esterna, effettuata nella tarda mattinata di ieri all’ospedale di Feltre. Ora si aspetta la data per l’ultimo abbraccio.
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