I dati sul contributo d’accesso a Venezia: paganti in calo durante la sperimentazione

Il sindaco Brugnaro ha presentato il bilancio dell’iniziativa: 3,6 milioni di registrazioni, incasso di oltre due milioni di euro. «E’ passato il messaggio che la città va rispettata»

Camilla Gargioni
La conferenza stampa sul contributo d'accesso a Venezia (foto Gargioni)
La conferenza stampa sul contributo d'accesso a Venezia (foto Gargioni)

La sperimentazione per il contributo d’accesso? Non è finita con il weekend del 14 luglio. Si, non ci saranno più giorni in cui bisognerà corrispondere la quota di cinque euro o mostrare il Qr code se esenti, ma la raccolta dati continuerà.

«La sperimentazione è stata un successo, è passato il messaggio che Venezia deve essere rispettata», afferma il sindaco Luigi Brugnaro, che venerdì mattina 19 luglio - nonostante la tempesta giudiziaria in corso - ha voluto presentare i primi dati alla stampa a Ca’ Farsetti.

«Abbiamo preso coscienza del numero di persone che vengono in città. Questi sono numeri concreti, che abbiamo per la prima volta», sottolinea più e più volte Brugnaro. Il sistema, in totale, ha registrato 3 milioni 618 mila 114 prenotazioni, portando a un incasso da oltre due milioni di euro.

Ma il primo cittadino insiste su un punto: i 49 mila residenti segnati sul display della Farmacia Morelli in campo San Bortolo sono parziali. «Leggete i grafici», esorta, «ci sono 16mila studenti, poi una media di 1.300 titolari di affitti che non hanno la residenza. Questi controlli fisici ci danno nuove possibilità di analisi, si tratta di studiare i fenomeni: nessuno è buono o cattivo».

L’altro punto - che verrà studiato con tutti i dati in mano - è che dal primo giorno di contributo all’ultimo, c’è stata una flessione di paganti (quindi, di presenze). «Abbiamo visto meno blocchi sul ponte della Libertà, meno parcheggi pieni», ribadisce Brugnaro.

Ora, in collaborazione con il Ciset ( Centro Internazionale di Studi sull'Economia Turistica), i dati raccolti empiricamente verranno confrontati con quelli tratti dalle celle telefoniche e dalle società partecipate del Comune: obiettivo costruire una prima serie storica di dati, da utilizzare per capire come implementare e gestire il contributo nel 2025.

«Stiamo provando a fare una rivoluzione culturale, altrimenti sarebbe come inserire un floppy disk in una porta usb, dobbiamo usare i nuovi strumenti digitali», afferma l’assessore al Turismo Simone Venturini, «l’effetto disincentivo c’è stato. È emersa un’area grigia di locazioni turistiche, si farà un’operazione verità. Ricordiamoci che Venezia non ha lo statuto speciale, anche se lo chiediamo, ma è una città come le altre, come Varese. Quando qualcuno dice “farei così”, con quale legge?».

Lo studio dei dati raccolti, ed elaborati con il Ciset, servirà a capire come applicare il contributo nel 2025, che - da regolamento - può raggiungere la quota massima di dieci euro. «Un criterio potrebbe essere quanto uno prenota in anticipo la propria visita», riflette il primo cittadino.

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