Frana in Cadore, allarme scattato in ritardo: «È manuale, scelta degli enti locali»
La società produttrice dei sensori si difende. Il presidente: «La sensoristica installata risulta tutt'ora attiva e funzionante»

Non accetta accuse Cae, l’impresa italiana leader nella progettazione, realizzazione e manutenzione di sistemi e tecnologie per il monitoraggio e l’allertamento multirischio, che ha prodotto e installato i sensori presenti lungo il canale di transito delle colate posto a monte di Cancia.
La lettera di Cae

Con una lettera firmata digitalmente e consegnata al Corriere delle Alpi, il presidente della società Guido Bernardi spiega la sua versione dei fatti: «Il sistema di monitoraggio e allertamento, fornito e installato dalla Cae Spa nel 2014, consiste oggi in 4 stazioni di monitoraggio meteorologico e di rilevamento frana disposte lungo tutto il canale di transito delle colate, a partire dalla zona di innesco di questo fenomeno, a quota 2100 metri sul monte Antelao, fino alle porte di Cancia, per un dislivello totale di oltre 1000 metri».

«Le stazioni», prosegue il presidente, «sono dotate di pluviometri per la misura della pioggia in quota e di sensori per il rilevamento del transito di materiale detritico. Il sistema è gestito da una centrale di controllo e, in caso di evento, la popolazione all’interno della zona a rischio può essere allertata da sirene e semafori».
«L’attivazione di tale sistema di allarme sonoro-visivo alla popolazione può essere automatica o manuale», evidenzia Bernardi. «In questo caso gli Enti locali preposti alla gestione dell’allarme non si sono mai avvalsi degli automatismi e hanno finora utilizzato la modalità manuale. Il sistema di monitoraggio era in attesa della reinstallazione dei sensori stagionali e, pertanto, in una configurazione che comporta una funzionalità ridotta».

«Ciononostante», conclude il presidente della società bolognese, «la sensoristica presente risulta aver funzionato correttamente, trasmettendo e rendendo disponibili in tempo reale presso la centrale operativa i dati relativi alla pioggia caduta e al transito della colata nei punti strumentati. La sensoristica installata risulta tutt’ora attiva e funzionante».
La risposta del sindaco sala
Il sindaco di Borca, Bortolo Sala, contattato dopo la lettera, risponde a tono: «Confermo che il sistema è manuale», dice il sindaco Sala, «perché gli automatismi davano una serie di falsi allarmi. Quando è arrivato il segnale io sono partito subito, poi non so dire se i dati sono arrivati in ritardo. L’impianto non è mio, è della Provincia, facciano le dovute verifiche».
La velocità della colata
Chi di dovere farà le dovute verifiche sul caso, ma è possibile che sia i sensori di Cae che il sindaco Sala abbiano agito nel modo corretto: la frana è stata così violenta a causa del “Debris flow”, ovvero la miscela di acqua e materiale fine che ha messo in sospensione i detriti facendoli galleggiare e viaggiare ad altissime velocità.
Secondo gli addetti ai lavori, proprio questa situazione straordinaria in certi casi potrebbe sopraffare anche il migliore sistema di allarme.
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